Inter Sassuolo: “sembri un ritardato” ecco il dialogo che nessuno racconterà mai

Indice dei contenuti

1 Inter Sassuolo, prima e dopo2 La giornata dei tifosi2.1 La delusione e l’amore2.2 Il risveglio dopo la tramvata2.3 Pensiero stupendoInter Sassuolo, prima e dopo

Inter Sassuolo: “ma dimmi cosa c’è di meglio di una continua sofferenza per arrivare alla vittoria ma poi non rompermi i c****oni per me c’è solo l’Inter”. Elio e Graziano Romani avevano la palla di vetro quando scrissero la prima strofa di “C’è solo l’Inter” e nella loro sfera videro di certo questi ultimi 30 giorni del campionato nerazzurro.

Se si escludono i paesi martoriati dalla guerra e dalla fame, non c’è una comunità di persone sulla faccia della terra che stia soffrendo come gli interisti dalla partita con la Juventus in poi.
70 mila anche ieri sera. Non con il Barcellona o lo United, con il Sassuolo, ridente cittadina emiliana, grande come un quartiere di Milano, nota per le ceramiche e le piastrelle.

La giornata dei tifosi

Tifosi arrivati, come chi scrive, da ogni parte d’Italia, un’orda di gente diversamente giovane la cui prostata reclama fermate regolari, tra panini con la mortadella già lucida e sgocciolante per il caldo, odori non proprio inebrianti, con il cuore gonfio di speranze ed altre parti del corpo meno nobili gonfie per le interminabili ore di viaggio in pullman. Gli occhi si illuminano solo quando, salite le rampe, il Meazza ti colpisce ancora una volta, come un gancio allo stomaco, come sempre, da quando avevi 15 anni e venisti la prima volta in questo tempio.

L’euro ai ragazzi della Nord per la Fanzine è d’obbligo, non ci fossero loro… Ma ci siano anche noi, i ragazzi nel riscaldamento lo sentono. Forse anche troppo. Quando partono “C’è solo l’Inter” e “Pazza Inter Amala” non c’è niente da fare, i battiti salgono, fuori la sciarpa e la voce, sperando che Perisic e Icardi, Samir e Brozo e tutti gli altri lo sentano che canti per loro. Basta la vittoria, ragazzi. Alla goleada non ci pensa nessuno. Nemmeno alla quasi goleada del Sassuolo pensava nessuno.

La delusione e l’amore

Quando l’arbitro fischia la fine San Siro applaude, tutti applaudiamo quei ragazzi un po’ casinisti, arruffoni, ma che ce l’hanno messa tutta. Il Sassuolo è già negli spogliatoi da 5 minuti e i nostri sono ancora in mezzo al campo a chiedersi perché, perché sta succedendo ancora una volta. La gente li capisce, dalla Nord non è più un applauso è un boato d’amore. Karamoh e qualcun altro vanno a lanciare la maglia a i tifosi.

Di solito si resta volentieri in campo e sugli spalti dopo una vittoria. Quello che è successo ieri sera ha un tocco di magico, quel legame forte tra la squadra e la gente che nemmeno una sconfitta così dolorosa può intaccare.

Il risveglio dopo la tramvata

Di nuovo pullman, di nuovo odori, panini e chilometri. Con qualche moccolo in più rispetto all’andata.
Arrivare a casa alle 4.30 del mattino e non riuscire a prendere sonno non è normale. Per molti, non per gli interisti. Poi la stanchezza vince il ricordo di Icardi che la tira addosso a Consigli e l’ultimo pensiero prima di cedere a Morfeo (non l’ex nerazzurro) va a Walter Zenga. L’ultima preghiera laica dei tifosi interisti di stanotte è stata per lui.

Il risveglio è ancora peggio. La moglie che ti guarda di traverso già pronta per uscire. Tu in mutande e maglietta della salute che cerchi il bagno come un ubriaco cerca la via di casa. Gli effetti della tramvata sono evidenti, persistono. Anzi, stamani è ancora peggio.
La tua dolce metà sa quanto tieni a quei colori, quanto ci soffri. Potrebbe parlare di mille cose e invece, tipico delle donne, affonda il coltello nella piaga. “E’ andata male eh?, Ma lascia perdere, ma lo vedi come stai, sembri un ritardato mentale”.

Pensiero stupendo

Punto nell’orgoglio, quelle parole fanno rimettere in moto i neuroni scossi da Politano e Berardi e non ancora del tutto svegli dopo le poche ore di sonno. La prima cosa che pensi è che ha ragione lei. L’amore per questi ragazzi ci rende in qualche maniera dei “minus”. E’ la logica del tifo, prendere o lasciare. Ma quel pensiero così anormale per un tifoso, viene subito scacciato dalla logica dell’interista di stamani 13 maggio.

“Ha ragione lei… però…non succederà, ma se succede che Walterone Zenga fa il miracolo, stasera prendo il biglietto per la tribuna Tevere all’Olimpico”. Con tanti saluti al raziocinio.

PS. L’uomo ragno, vecchio cuore nerazzurro il miracolo l’ha fatto davvero…”Ragazzi quanto costa la Monte Mario…e la Tevere? Quanti siamo?…”

Published by
Giacomo Beretta