(Sole 24 ore) Buffon, quanti flop fuori dai pali
Buffon ed il business: la Carrarese
Buffon smette, Buffon continua. Il dilemma proseguirà ancora per giorni. La festa a Torino c’è stata, lui sta rifiutando l’ultima in nazionale in nome dell’orgoglio ferito. Nel frattempo gli sceicchi del PSG gli ha messo davanti un bel po’ di milioni per un biennio tra i pali parigini. In più la proposta di uomo immagine per il mondiale qatariota del 2022. Un’idea che potrebbe allettare Buffon, “reduce da affari non certo fruttuosi sia nel pallone che al di fuori del pianeta degli sport”.
Con queste parole Marco Bellinazzo sul sito del Sole 24 Ore, introduce oggi un’attenta analisi di ciò che è meno conosciuto del portierone, ovvero i suoi interessi nel mondo del business.
Bellinazzo parte dal ruolo all’interno della squadra della sua città natale, la Carrarese. Il portiere ne è stato proprietario dal 2012 al 2016. L’estremo difensore , ”è stato coinvolto in due cordate, entrambe sciolte nel giro di pochi anni, investendo solo nel 2014 una somma pari a 1,2 milioni di euro per ripianare le perdite. Nel 2015 ha ceduto il 70% delle quote. Nel marzo 2016 il club è poi fallito, venendo salvato in extremis da una cordata di imprenditori locali per permettere l’iscrizione alla stagione successiva”.
Marco Bellinazzo evidenzia che le quote della società calcistica toscana erano detenute dalla Gvg Immobiliare srl, società che alla quale partecipa Buffon insieme al padre, alla madre ed alle due sorelle. Questa holding ha chiuso in perdita sia l’esercizio 2015 che il 2016 , rispettivamente per 549 mila e 555 mila euro. Nel 2017 ha stipulato un mutuo con Deutsche Bank per 7,2 milioni di euro per riassorbire precedenti finanziamenti. Al contempo “Buffon ha rinunciato al «diritto di restituzione delle somme versate a titolo di finanziamento, per euro 400.000”.
La vicenda Zucchi
Bellinazzo passa poi ad esaminare la vicenda di Buffon nella storica azienda Zucchi. “Buffon entra in Zucchi nel settembre 2009, acquisendo una partecipazione superiore al 2% per un investimento tra i 350 e i 400mila euro. Nel 2010 la partecipazione arriva al 10%, portando l’investimento a circa 1,5 milioni di euro. A questi vanno aggiunti i finanziamenti effettuati per l’aumento di capitale della Zucchi: 6 milioni nel 2011, 18,5 milioni nel 2013, per un totale di 26 milioni messi in Zucchi, società in cui arriva a detenere più del 50% delle quote tramite la sua Gb Holding e personalmente”.
Era il 20 aprile 2015 quando il sito di Repubblica informava che “l’assemblea degli azionisti della Zucchi, società controllata dal portiere della Juventus e della Nazionale Gianluigi Buffon, ha deliberato di fare domanda di concordato preventivo in bianco al tribunale di Milano.”
Successivamente, “nell’assemblea degli azionisti dell’aprile 2016, Buffon in prima persona si è impegnato a coprire il buco a bilancio sotto forma di finanziamento infruttifero. Nel 2016, il portiere cederà la Zucchi al fondo Astrance Capital, ma avrebbe ricevuto una quota del 15% di una newco di Astrance, con un’opzione di vendita e acquisto che va dagli 1,5 ai 2,6 milioni di euro.”
Immobili e agricoltura
Anche il settore immobiliare e quello agricolo hanno acceso l’attenzione di Buffon. Bellinazzo cita al riguardo l’Hotel Stella Marina di Marina di Massa nella cui proprietà Buffon partecipa attraverso una società insieme ai membri della sua famiglia ed al cognato. Anche in questo caso la società ha avuto delle perdite coperte con i fondi di riserva.
Buffon ha infine una partecipazione del 20% nella Suolo&Ambiente srl. La società si occupa di recuperare un’ex cava “in ottica vitivinicola e residenziale, ma nel 2016 ha chiuso il bilancio con un rosso di circa 4.800 euro. il socio di maggioranza Giuliano Lucetti ha deciso di portare a nuovo la perdita, con tanto di richiesta espressa sulle pagine del bilancio: «La società necessita di un apporto da parte dei soci», tra cui il portiere ex Juventus appunto.
Fonte: Sole 24 ore.it