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Mancini e quella ‘macchia’ indelebile su Italia-Francia

Mancini e il mancato coraggio con l’Italia

Caro Roberto,

ti dò del tu perché il Commissario tecnico della Nazionale di calcio è quell’amico che ce l’ha fatta. Non si è fermato alla formazione del fantacalcio, ma è andato fino in fondo. Ieri sera, Roberto, avevi una grande opportunità: dare un segnale che il calcio, comunque e sempre, arriva prima di tutto. E tutti. Perché non hai consegnato la fascia di capitano a Mario Balotelli? Un gesto semplice, ma una risposta ferma a quel vergognoso striscione apparso contro l’Arabia Saudita, ad esempio. Roberto, avresti dato un segnale che l’Italia è decisamente migliore di quella che qualcuno ci vuole raccontare. Siamo il Paese che fu dei migranti e che oggi mette in dubbio il concetto di accoglienza. C’era e c’è bisogno di un messaggio che arrivi a tutti senza la retorica del “politichese”. Perché Roberto? Nell’Italia che urla al più debole, avresti dato un segnale importante. Nell’Italia in cui qualcuno dice “serve una pulizia di massa strada per strada, quartiere per quartiere”, tu avresti fatto capire che la Storia ha già condannato quegli atteggiamenti. E che, grazie a quanto abbiamo imparato dalla Storia, oggi siamo qui. E ci siamo con il capitano dell’Italia con origini ghanesi.

La scelta di comodo…

Non è tanto importante la sconfitta per 3-1 contro la Francia – sapevamo e sappiamo di essere anni luce indietro alla Nazionale di Antoine Griezmann -, quanto la scelta di comodo di affidare la fascia a Leonardo Bonucci. Sia chiaro: non abbiamo nulla contro il giocatore del Milan che, nonostante una stagione fra alti e bassi, resta fra i difensori più forti del mondo. Però… Però soffiano venti ‘strani’ in quest’Italia e questa scelta sembra dettata dalla volontà di voltare lo sguardo. Fare finta di nulla. Peccato, Roberto. Peccato davvero. Perché tu stesso eri stato chiaro: “Se gioca, sarà lui capitano perché ha più presenze”. Lo avevi detto pochi giorni fa, ricordi? C’è ancora una possibilità, lunedì sera, a Torino, contro l’Olanda. Speriamo, Roberto, che questa volta non ti manchi il coraggio.