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Dopo le parole di Joao Mario la società è infuriata: colpirne uno per educarne cento

Indice dei contenuti

1 Inter: le parole di Joao Mario2 L’arrivo di Joao a Milano2.1 Dopo il mondiale due sole opzioni2.2 La società dia un segnale, se necessario2.3 Grande autostima…un po’ in ritardoInter: le parole di Joao Mario

(Inter Joao Mario) I calciatori sono gente strana. Simpatici, affabili e disponibili quando le cose vanno per il verso giusto, diventano urticanti come cactus quando il vento gira al contrario. Non solo urticanti, ma anche strani, ingenui, fino al punto di credere che per loro non valgano le regole cha valgono per tutti.
Per questo appaiono incomprensibili le dichiarazioni di oggi di Joao Mario: “sarebbe inutile presentarmi ad Appiano, nonostante un contratto valido fino al 2021. Spero si riesca a trovare una soluzione il prima possibile…nel calcio come nella vita bisogna essere onesti nel capire quando le cose finiscono. E con l’Inter è finita”…

L’arrivo di Joao a Milano

Parole che già di per sé danneggiano la società nel momento in cui sono aperte le trattative e dunque giustamente già stasera si parla di società su tutte le furie pronta a sanzioni economiche nei confronti del giocatore.

Prima di entrare nel merito delle sue parole facciamo un passo indietro. Il portoghese era arrivato a Milano nell’estate 2016, quando la società era nel guado del passaggio di mano tra Thohir e Suning. Quel mercato non vide Piero Ausilio come protagonista, messo in un angolo da Kia Joorabchian. Joao Mario e Gabriel Barbosa (oltre ad una parola forte su De Boer) furono i “regali” di quel mercato. 75 milioni circa il prezzo dei due cartellini, euro più euro meno, oltre agli stipendi naturalmente. Soldi che i tifosi non hanno mai rimpianto abbastanza visto il rendimento dei due stranieri.

Dopo il mondiale due sole opzioni

Quale è stato il rendimento di Joao Mario in maglia nerazzurra lo sappiamo tutti. Dopo aver tolto il sonno ad uno stadio intero, con quel gol incredibile sbagliato nel derby di coppa Italia, arrivò il West Ham a toglierlo dalle grinfie di San Siro. Ora pare finita l’esperienza con gli Hammers. Il ragazzo andrà al mondiale… e poi?

E poi finita la rassegna russa non c’è trippa per gatti, le strade sono solo due. La prima, il suo entourage porta un club che lascia sul tavolo di Corso Vittorio Emanuele un assegno (o una promessa d’acquisto) di 28,5 milioni, valore di bilancio al 30 giugno di Joao Mario e dunque importo necessario per evitare minusvalenze. Oppure al suono della campanella di Appiano, dopo le meritate ferie, il ragazzo farà bene a rispondere presente all’appello di Spalletti.

La società dia un segnale, se necessario

Anche con il mal di pancia, la diarrea, la febbre gialla (salvo certificati medici ovviamente), ma presente, come qualsiasi altro lavoratore. Le regole sono queste, il mondo funziona così, anche nel calcio. Dopo di che Spalletti lo valuterà come tutti gli altri della rosa. Il mal di pancia continua e l’assegno di 28,5 milioni non arriva? Ci sono le multe, ma con gli stipendi questi signori hanno l’effetto di un bicchiere di acqua fresca. Dopo di che c’è la tribuna, ottima medicina contro ogni forma di stress da mancato trasferimento e, se non dovesse bastare, c’è la terapia intensiva, la Primavera con cui  allenarsi in casi estremi.

Una società con gli attributi si comporta così. Sull’Inter di qualche anno fa non avemmo scommesso, con quella di Zhang dieci euro ce li metteremmo su volentieri. Fu proprio un grande leader cinese, Mao Zedong a dire “colpirne uno per educarne cento”. Ecco un consiglio d’oro che Steven Zhang e tutta la dirigenza potrebbero seguire in questo caso.

Grande autostima…un po’ in ritardo

Un altro paio di osservazioni. “Occorre capire quando le storie finiscono” dice Joao Mario. Ha ragione, faccia un bello sforzo per capirlo, perché per quanto riguarda i tifosi, non hanno proprio capito se c’è mai stato un inizio vero.

E infine la ciliegina, quando dice: “Troppa pressione su di me per i 45 milioni pagati per il mio cartellino? Macchè, io valgo questa cifra…”. L’autostima è una caratteristica importante in ogni aspetto della vita di una persona, per un calciatore ancora di più. Peccato che questa ambizione, questo fuoco, Joao l’abbia mostrata così di rado in maglia nerazzurra da far maledire quei soldi spesi in quella maniera. All’Inter tutti aspettano Joao, con il contratto pronto per la cessione o per riprendere gli allenamenti così ben retribuiti. E’ bene che il ragazzo se ne faccia una ragione.