Il noto procuratore contro le regole UEFA
L’Inter nonostante gli acquisti, a parametro zero, di De Vrij, e Asamoah, è ancora bloccata dal Fair Play Finanziario, una regola UEFA, che da anni sta condizionando le trattative nerazzurre. Il club meneghino, dovrebbe risolvere definitivamente l’impiccio e tornare a investire senza preoccupazioni, prima dell’inizio della sessione di calciomercato estiva, sperando di rinforzare in maniera appropriata la rosa, in vista dell’impegno europeo della prossima stagione.
Il F.P.F. sta impedendo a Piero Ausilio, di avanzare un trattativa concreta per Malcom. Il Bordeaux ha richiesto 40 milioni per il cartellino del giovane giocatore verdeoro, cifra improponibile per la situazione della società milanese. Dopo il primo luglio, la situazione potrebbe risollevarsi, ma servono cessioni per trovare incassi determinanti.
D’Amico tuona e accusa gli organi europei
Le regole economiche imposte dalla UEFA, stanno generando molti dubbi, da parte di molti esperti, che non riescono a comprendere le dinamiche reali delle sanzioni. Ultimo in ordine di tempo Andrea D’Amico, noto procuratore sportivo, che ai microfoni di Sportitalia, ha annientato i Fair Play Finanziario:
” Questa situazione è frutto di un’assurdità giuridica applicata alle società sportive e quindi di capitali, ovvero il Fair Play Finanziario: in questi casi ci sono spese virtuose e non virtuose, quindi appena mancano i fondi l’azionista di maggioranza fa un amento di capitali, ma qui non è considerato un investimento virtuoso e per questo non sana i parametri del Fair Play Finanziario. E’ una sorta di comunismo applicato al calcio: anche se alle spalle hai un’azienda forte come Suning per l’Inter, per questo meccanismo perverso devi vendere i giocatori più forti e rappresentatavi della squadra, perdendo anni per competere con il Real Madrid e le altre big, per questo poi il Paris Saint-Germain si inventa di tutto”.
Queste le dure accuse rivolte agli principali organi del calcio europeo.