L’Inter dà una lezione al calcio italiano. E Ausilio…
L’Inter dà una lezione di calcio
“Dammi una Special, l’estate che avanza, dammi una Vespa e ti porto in vacanza!”. Era il 1999. Cesare Cremonini e i Lunapop iniziavano a cantare quello che, da lì a poco, sarebbe diventato un tormentone. In quei giorni, a Massa, nasceva Nicolò Zaniolo. Oggi, 19 anni dopo, il successo dei Lunapop continua a essere canticchiato un po’ da tutti, così come il nome di Nicolò Zaniolo inizia a essere sulla bocca di tutti. Perché il ‘ragazzino’, talento incredibile, ha trascinato l’Inter Primavera alla terza finale consecutiva fra Scudetto e Viareggio. Non c’è niente da fare: parli di Inter, automaticamente parli di Triplete. Rassegnatevi, rassegniamoci. Il gol di Zaniolo contro la Juventus è una lezione al calcio italiano. Per anni, l’Inter è stata accusata di far giocare troppi stranieri. Mentre qualcuno blaterava a caso, i nerazzurri parlavano coi fatti. Oggi l’Inter vanta più italiani in campo di chi, al tempo, la criticava. Non ci credete? Bè, riguardatevi i tabellini di questa stagione di quelli che indossano le maglie bianco e nere. Mai una Primavera, poi, ha raggiunto simili traguardi. Mai una squadra giovanile è stata così forte e soprattutto per così tanto tempo.
Il direttore sportivo Ausilio…
Il messaggio dell’Inter di Stefano Vecchi, però, non dev’essere un monito solo per l’intero calcio italiano. Ossia: abbiamo buoni, ottimi giocatori ma iniziamo a farli giocare nel calcio che conta. No. Deve essere soprattutto un avvertimento per la società nerazzurra. Soprattutto in un periodo come questo, il periodo di calciomercato. Perché andare a spendere milioni e milioni per ‘ragazzini’ che si affermano in questo o quel campionato, anziché valorizzare la generazione di fenomeni che sta allevando Vecchi? Perché Zaniolo non può avere una chance e dovremmo preferire un altro ragazzo, tra l’altro più giovane, solo perché brasiliano? E soprattutto pagarlo fior fiori di milioni manco fosse Ronaldo? Mistero. Un mistero che, però, dura da troppi anni. Quando si cercano i ‘colpi’ fra i giovani, la bussola dev’essere Sanè: pagato 37 milioni dal Manchester City. Sané è un fenomeno e la società inglese seppe seguirlo e, soprattutto, prenderlo al momento giusto. Attualmente, l’Inter sembra essere sulle tracce di buoni giovani giocatori, nulla più. Non c’è un vero e proprio ‘grande colpo’ nella lista che sta circolando. Ecco perché il direttore sportivo, Piero Ausilio, non dovrebbe cercare le plusvalenze con i Pinamonti e compagni. Dovrebbe, invece, valorizzarli.
Aspettiamo fiduciosi
Siamo solo a giugno. È vero. Verissimo. Però bisogna essere chiari dall’inizio. Il gol di Vecino ci ha riportato, dopo sette anni, in Champions League. Se proprio vogliamo giocarcela con i giovani, allora facciamolo con quest’Inter di fenomeni. Una generazione che, per la terza volta fra Scudetto e Viareggio, è arrivata in finale. Ci vediamo sabato alle 20:45 contro la Fiorentina di Bigica. Forza Inter. Sempre.