Juventus: ieri Buffon oggi gli under 15, il rispetto è un optional

Juventus, il brutto episodio degli Under 15

(Juventus) Il calcio italiano ieri ha dovuto assistere all’ennesimo episodio di mancanza di civiltà. Ancor più grave e deprecabile perché stavolta non ha visto per protagonista un professionista super pagato ma una squadra di ragazzini neanche 15enni.

Dopo aver vinto la semifinale scudetto con i coetanei del Napoli, i giovani Juventini si sono lasciati andare negli spogliatoi ad un coro vergognoso “abbiamo un sogno nel cuore, Napoli usa il sapone”. Il filmato girato da uno degli stessi ragazzi della Juventus ha invaso immediatamente i social.
La società bianconera era intervenuta immediatamente con tweet per arginare l’ondata di sdegno. Oggi la Gazzetta dello Sport evidenzia che “i dirigenti del club hanno incontrato i vertici del Settore Giovanile e Scolastico della Federazione, su iniziativa del Commissario Straordinario della Federcalcio, Roberto Fabbricini, per condividere l’analisi su quanto accaduto negli spogliatoi dello stadio di San Mauro Pascoli (Forlì e Cesena).”

La Juventus ha manifestato la più ampia disponibilità nel censurare l’evento. E’ stata valutata anche la possibilità di ritirare la compagine Under 15, resasi responsabile di questa vicenda. La cosa però inevitabilmente comprometterebbe il regolare svolgimento del campionato.”

Periodo di formazione, ma serve l’esempio

Al fine di tutelare i principi di lealtà e correttezza sportiva, la Figc e la Juventus hanno quindi condiviso per i ragazzi della formazione Under 15 bianconera un percorso formativo. Inizierà immediatamente nei giorni successivi alla gara in questione, sulle tematiche del rispetto dell’avversario e del corretto uso degli strumenti digitali. Nel contempo, la vicenda è stata segnalata dal presidente del SGS Vito Tisci agli organi inquirenti federali per l’accertamento di eventuali violazioni delle normative vigenti”.

Nessun giudizio da parte nostra sulla vicenda e sulla sua conclusione. Famiglie ed allenatori dovrebbero avere ben chiaro come intervenire.

Certo è che il rispetto degli altri, anche se avversari, anche diversi da noi, dovrebbe essere insegnato ben prima di uno stop di sinistro o di come calciare una punizione. Ma se si gioca in un club dove il portiere e capitano della prima squadra si scatena davanti alle telecamere per un rigore subito offendendo l’arbitro davanti a milioni di spettatori l’opera di rieducazione dei giovani è senz’altro più difficile. E’ l’esempio la prima forma di insegnamento per i giovani, mai dimenticarlo, in nessun caso, in nessun momento.
Fonte Gazzetta.it