Inter, Santon non si tocca
L’ Inter è alla ricerca di “soldi facili” per rientrare nei paletti del ffp UEFA. Per far ciò, ha in mente, oltre alla cessione di diversi giovani, anche la cessione degli esuberi della prima squadra. Tra questi c’è, o meglio, c’era sicuramente Davide Santon. Il terzino italiano, cresciuto nelle giovanili nerazzurre, ceduto al Newcastle e poi riportato in nerazzurro da Mancini, è ormai, a tutti gli effetti, un incedibile.
Lo rivela il Corriere dello Sport in edicola oggi. Santon, nonostante i disastri che ha combinato in campo, su tutti quello contro la Roma o quelli contro l’Udinese, rimarrà a Milano anche per la prossima stagione. Sono state infatti rispedite al mittente diverse offerte giunte ai suoi procuratori.
Il terzino nerazzurro era finito nel mirino di Getafe, Trabzonspor e Parma, che hanno chiesto informazioni alla società nerazzurra. Società nerazzurra che ha risposto picche a tutti e tre i club. Niente da fare quindi per la partenza di Santon, che rimarrà a Milano a dare man forte al tecnico Luciano Spalletti in vista della prossima stagione che si preannuncia lunga e complicata.
C’è un motivo
Se l’ Inter non vuole privarsi di Davide Santon non è per un “capriccio” del mister o per motivi legati agli ammortamenti, visto che lui ormai ha costo zero nel bilancio nerazzurro. Il motivo c’è ed è anche “condivisibile”. Come rivela il Corriere dello Sport, il terzino italiano è l’unico calciatore della rosa nerazzurra a godere dello status di prodotto del vivaio.
Sembra una cosa niente, ma non lo è. Questo tipo di calciatori è fondamentale per riempire le liste UEFA. In ogni lista, infatti, ci devono essere minimo 8 calciatori cresciuti a livello locale. Tra questi ci devono essere quelli cresciuti nei vivai nazionali della nazione di riferimento e quelli cresciuti nel vivaio della squadra. Di questi 8, massimo 4 possono essere prodotti dei vivai nazionali, gli altri 4 devono essere prodotti del vivaio della squadra. Santon, come detto, è l’unico a godere di questo status, insieme al terzo portiere Tommaso Berni, che il quotidiano romano ha dimenticato. Ma la sostanza non cambia.