Inter: “a riveder le stelle”…Gioco, partita, incontro, non ce n’é per nessuno

Inter: una immagine straordinaria

L’Inter lancia la campagna abbonamenti per la prossima stagione con una immagine a dir poco eccezionale. Un affresco che richiama l’arte dei grandi di tutti i tempi con un versetto dantesco a commento.

Lo duca e io per quel cammino ascoso
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d’alcun riposo,
salimmo sù, el primo e io secondo,
tanto ch’i’ vidi de le cose belle
che porta ’l ciel, per un pertugio tondo.
E quindi uscimmo a riveder le stelle.

Dopo l’incredibile viaggio nell’oltretomba, Dante ed il suo maestro Virgilio sono ansiosi di rivedere la luce. Salgono senza tregua, dagli inferi pieni di peccato, di drammi umani e di contraddizioni. E’ la domenica di Pasqua, simbolo anche questo della vittoria del Bene, quando i due escono dal buio.

L’ultima strofa dell’Inferno immagine della storia nerazzurra

Che c’entra Dante con l’Inter, si chiederà qualcuno. C’entra eccome, e proprio per questo occorre riconoscere la straordinarietà dell’idea del settore comunicazione nerazzurro. C’è tutto, in quel quadro ed in quel passo dantesco, tutta l’essenza dell’interismo più puro.

C’è l’allegoria della discesa agli inferi del sommo poeta fiorentino come immagine del baratro in cui è caduta l’Inter nel dopo Triplete. Ci sono i simboli dell’umanità interista fin dalla nascita (i padri fondadori) , quelli della globalità del suo brand grazie a giocatori fantastici (Ronaldo). C’è la milanesità della Madonnina e la sofferenza della Deposizione. Molti, senza tante distinzioni tra sacro e profano, hanno accostato questa immagine sacra al pathos dei tifosi nell’ultima di campionato all’Olimpico.

Prisco e Leonardo, Mourinho come nella Cappella Sistina

Flash arditi di cultura nerazzurra e non che vanno dai richiami a Peppino Prisco che si conta le dita come nella sua frase celeberrima “se stringo la mano a un milanista mi lavo le mani, se stringo la mano a uno juventino mi conto le dita” a quelli di capolavori dell’arte di sempre come la Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci.

L’epicità dell’immagine, che richiama gli affreschi della Cappella Sistina, come sintesi della storia epica dell’Inter. Dall’immagine del tifoso in lacrime al Bernabeu dopo il trionfo, al Mourinho conducator con il braccio levato verso il suo popolo festante nel mezzo del Nou Camp dopo aver eliminato il Barca.

Tutto in una sola immagine, in un solo verso. Salgono i brividi ai tifosi nerazzurri e non potrebbe essere che così di fronte alla rappresentazione moderna di una storia lunga una vita. E’ arte, è poesia, è storia. E’ vita nerazzurra e chi non l’ha vissuta non la può capire.

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Giacomo Beretta