Nuova campagna abbonamenti Inter, ecco la spiegazione a tutti i simboli
Inter, i retroscena dell’Immagine
Nella giornata odierna l’Inter ha lanciato la nuova campagna abbonamenti, l’immagine di lancio è meravigliosa.
Ma non è soltanto esteticamente bella, è anche carica di significato e di cenni storici legati alla storia dell’Inter. Un lavoro grafico certosino.
La parte inferiore della foto
L’immagine centrale dell’uomo con la maglia numero 10 è il riferimento alla celebre pubblicità di Ronaldo con Pirelli.
Poco più a destra si possono notare tre uomini con la bombetta, simboleggianti i primi fondatori dell’Inter.
Sempre sulla destra salendo verso l’alto ci è l’omaggio a Giuseppe Perego e alla Madonnina, simbolo di Milano, la quale “domina” la città.
In basso a destra, quello che potrebbe sembrare un mancamento di un tifoso dopo la rete di Vecino, in realtà è un omaggio a Raffaello ed al dipinto “La deposizione Borghese” (foto a sinistra). Si potrebbe anche trattare del “Cristo deposto” di Caravaggio (foto a destra).
Sulla sinistra, invece, possiamo trovare un richiamo all’esultanza di Rafinha ad Udine oppure all’esultanza del gol di Adriano ad Empoli, in quell’occasione mostrò i muscoli.
Non poteva mancare il riferimento alla tifoseria orientale, raffigurata da un tifoso che sventola una maniera dell’Inter.
Esattamente al centro una coppia si bacia, in ricordo alla proposta di matrimonio del tifoso nerazzurro.
Un braccio tatuato “Chi cercata trova” ed una rosa. Sul profilo ufficiale dell’Inter, la descrizione è criptica: “E’ solo un tatuaggio?”. Il fiore è molto simile al tattoo sul collo di Nainggolan. Potrebbe essere un riferimento al suo eventuale passaggio in nerazzurro? Il belga venne cercato con insistenza la scorsa estate.
Il tatuaggio rimanda anche al Vasari ed alla sua opera “La battaglia di Marciano”.
Visto il riferimento Dantesco, la coda del diavolo simboleggia l’inferno. Lucifero viene lasciato al di sotto per approdare in paradiso. Potrebbe anche essere vista nell’ottica della calssifica. Il diavolo, il Milan, è arrivato più in basso dei nerazzurri.
Un cenno a Filippo, il bambino che veniva preso in giro a scuola quamdo l’Inter perdeva.
Vi è un rimando alla campagna pubblicitaria del 1999 di Mario Guay.
La parte superiore della foto
Ora ruotate la foto a testa in giù, i riferimenti anche da questo lato sono molteplici.
Il ragazzo con la macchina fotografica è un dolce accenno alla finale di Champions League di Madrid.
Poco sopra possiamo notare la celebre esultanza di Moriero, la sciuscà.
Dalla parte opposta, sulla sinistra, l’uomo con il dito al cielo è l’alter ego di Joseè Mourinho sotto gli idranti di Barcellona, dopo aver conquistato la finale di Madrid.
Poco più a sinistra vi è l’immagine più particolare e significativa, riguardante il tifosissimo Peppino Prisco. Il signore in maglia bianca si conta le dita (dopo averle date ad uno juventino). Quello in maglia nera si lava le mani (dopo averle date ad un milanista). Il quale diceva: “Dopo aver stretto la mano a un milanista corro a lavarmela. Dopo averla stretta ad uno juventino, mi conto le dita”.
Nella zona centrale è presente un omaggio a Raffaello Sanzio, con i due angeli, che richiamano anche il simbolo della Fiorucci, storico luogo di ritrovo in San Babila, al suo posto ora sorge lo store ufficiale dell’Inter.
L’uomo di spalle nel mezzo, con la sciarpa “Ti amo”, rappresenta il famoso muro nerazzurro.
Un chiaro cenno a tutte le generazioni degli interisti di tutte le età, dal bambino all’anziano.
(Si ringrazia Edoardo Genchi)