Tavecchio e quel clamoroso tentativo
Carlo Tavecchio, ex presidente della Figc, parla ancora della Nazionale e dei numerosi scenari che hanno contraddistinto il periodo di Gianpiero Ventura. Ad ormai quasi sette giorni dall’inizio del Mondiale 2018, è impossibile non parlare dell’Italia come assente di lusso. Quella partita contro la Svezia è solo un piccolo specchio dei dissidi interni che non hanno giovato all’ambiente.
Intervistato da ” Il Messaggero” il Presidente conferma:
A Milano c’erano 30mila napoletani e Insigne era seduto in panchina. Non avevamo un bomber, perché Balotelli – che, a mio parere, stava facendo benissimo – non era convocato. Nonostante ciò, contro la Svezia continuavamo a crossare e a buttare palloni in mezzo all’area. Ma per chi erano quelle palle?“, si chiede Tavecchio.
Sogno mancato e squadra preferita
Gli italiani avrebbero potuto avere Paulo Dybala in rosa per quel doppio passaporto. Tavecchio conferma:
“Tiferò per l’Argentina, alla fine sono mezzi italiani. Guardate Dybala. Ha il doppio passaporto ed ero quasi sul punto di convincerlo a vestire azzurro…”
Crisi italiana
E’ indubbio che la crisi del calcio italiano sia iniziata già tempo fa. I pessimi mondiali del 2014 ne sono la prova più evidente e secondo l’ex numero uno della Figc:
“E’ cominciata in Brasile, nel 2014. Agli Europei c’era Conte in panchina, che praticamente era il defibrillatore della squadra. Uscimmo ai quarti soltanto per colpa di quei rigori di Zaza e Pellè. E pensare che insieme a Giaccherini, con Antonio in panchina, parevano dei giganti…”.
Ventura peraltro non era la prima scelta di Tavecchio: “Volevo Ancelotti ma certi allenatori in un club prendono 10 milioni l’anno. La Nazionale ne offre al massimo uno e mezzo.
Ventura ha detto la verità, anche il Coni lo voleva. Inizialmente si pensava a lui e Lippi, poi fu messo in mezzo il figlio di Marcello e non se ne fece più nulla. Eppure Davide quel mestiere lo fa da decenni, non capisco perché il problema sia sorto così tardi…”.