Il Diavolo è costretto ad attendere ancora per conoscere il suo destino.
Nemmeno ieri, infatti, è arrivato il verdetto della Camera Giudicante dell’Uefa. Dovrebbe arrivare oggi, ma non è escluso che slitti addirittura a domani.
«E’ un iter del tutto normale», è la risposta che rimbalza da Nyon sul perché di tutta questa attesa, tenuto conto che l’udienza risale a martedì scorso.
Da escludere che il dilatarsi dei tempi sia legato alla trattativa per il passaggio di proprietà del Milan. Semmai è più facile che non si voglia sbagliare nessun passaggio, visto che la sentenza avrà anche un peso politico, in ragione dell’importanza e del prestigio del club rossonero.
L’esclusione dalla prossima Europa League non sembra in discussione, piuttosto si stanno pesando le sanzioni aggiuntive, a cominciare dall’entità della multa (potrebbe anche essere più bassa del previsto) per arrivare al tetto degli ingaggi, comunque legato al fatturato.
Milan ancora senza Mercato
I tempi lunghi, peraltro, hanno ulteriori conseguenze. Il Milan, infatti, ha già deciso di ricorrere al Tas davanti ad un verdetto negativo. Quando verrà emesso, il Milan avrà 10 giorni di tempo per presentare appello e poi verrà fissata l’udienza a Losanna, con i 3 giudici, quello scelto dal Milan, quello dall’Uefa e quello super partes. Insomma, il rischio è di finire con la sentenza definitiva a luglio inoltrato. Magari in concomitanza con il ritiro della squadra, fissato per il 9.
I problemi, evidentemente, sarebbero soprattutto per il mercato, che non comincerà prima del Tas. Solo che la sessione stativa stavolta finirà il 17 agosto. Significa che Fassone e Mirabelli avranno poco più di un mese per soddisfare le richieste di Gattuso e rafforzare il Milan.
Logico che l’allenatore rossonero sia preoccupato, vedendo le grandi manovre delle rivali, Inter e Roma su tutte.
Il Milan è presente sui social per i propri tifosi
Probabilmente aspettandosi il verdetto per ieri, domenica sera, il Milan aveva provveduto a diffondere sui propri social un video per spiegare le proprie ragioni («Nonostante all’indomani del “closing” due degli sponsor principali abbiano risolto il loro contratto, chiuderemo il bilancio con 20 milioni di euro in più di ricavi.
L’Ebdtda, inclusi i trasferimenti estivi, sarà positivo per 28 milioni e migliore dell’anno scorso di 50, centrando quanto previsto nel business plan presentato alla Uefa.
Abbiamo abbattuto i costi di gestione di 6 mln di euro») e chiedere all’Uefa «equità, giudizi basati sui fatti e regole uguali per tutti». Per la verità, da buona parte della tifoseria questa scelta non è stata accolta favorevolmente, tanto che non sono mancate critiche e ironie sugli stessi social.