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1 Nigeria vs Argentina la notte più lunga per Sampaoli e la sua squadra2 Che Argentina scenderà in campo?3 Conta solo vincere, per salvare la faccia4 Ottimismo di SampaoliNigeria vs Argentina la notte più lunga per Sampaoli e la sua squadra
«Hoy ganar o morir», a San Pietroburgo o si batte la Nigeria e ci si qualifica agli ottavi di finale, pur tra mille fatiche e dificoltà, oppure sarà la morte sportiva dell’Albiceleste, la fine di quella che a Buenos Aires e dintorni è considerata “la generaciòn dorada”.
E’ successo nel Mondiale di 4 anni fa, con l’Argentina ko in fiale contro la Germania, è successo in due Copa America consecutive, nel 2015 e nel 2016, quando Messi & Los Amigos hanno dovuto masticare amaro e veder festeggiare il Cile, l’acerrimo nemico latinoamericano.
Che Argentina scenderà in campo?
La squadra che stasera se la vedrà con la Nigeria non è più la Nazionale dell’Hombrecito, non è più decisa da Sampaoli. Messi y Los Amigos, quelli che oggi devono prendersi l’Albiceleste sulle spalle, quelli che devono uscire dall’apatìa, quelli che devono tornare a far felice un popolo, hanno deciso che sarà 4-3-3 con diverse novità.
La più clamorosa è in porta, dove l’estremo difensore del River Plate, Franco Armani, farà il suo debutto uffciale in Nazionale nella partita più importante dell’ultimo quadriennio. Non male come esordio. Davanti a lui la difesa sarà composta da Mercado, Otamendi, Rojo e Tagliafico, mentre i tre centrocampisti saranno Enzo Pérez, Mascherano e il redivivo Banega. Davanti tridente con Lio Messi, El Pipita Higuaín e El Fideo Di María.
Desta però qualche preoccupazione la condizione fisica di Enzo Pérez: il giocatore del River Plate, infatti, nella tarda serata di ieri ha subito un piccolo problema muscolare che, però, non dovrebbe costituire un ostacolo alla sua titolarità.
Conta solo vincere, per salvare la faccia
Sampaoli ieri è stato il protagonista della conferenza della vigilia: a livello formale è sempre lui il ct e quindi è sempre lui a presentarsi davanti a telecamere e taccuini.
El Hombrecito si dice convinto che l’Argentina ce la farà. Mostra la stessa sicurezza ostentata alla vigilia della sfida decisiva nelle qualifcazioni in Ecuador.
A Quito disse: «Ci qualificheremo» e andò proprio così con un Messi strepitoso, in grado di segnare una tripletta. Ieri a San Pietroburgo ha ripetuto il mantra: «Sono fermamente convinto che domani (oggi per chi legge,ndr), sarà un’altra data importante del nostro calcio, un giorno che ricorderemo come positivo. Dico questo perché ci qualificheremo, nonostante le chiacchiere di certa gente, nonostante le critiche ingiuste, nonostante “los que mufan”, i gufi , insomma».
Ottimismo di Sampaoli
Ottimismo all’ennesima potenza, quello di Sampaoli: El Hombrecito, dopo la lezione di calcio patita contro la Croazia, è diventato uno dei personaggi più insultati d’Argentina. Deriso allo stadio di Nizhny Novogorod, messo nel mirino sui social network:
«Perdere una partita di calcio ti fa diventare un delinquente nel mondo virtuale, ma a me non tocca cosa scrivono sui social. Se ci facessi caso, non potrei pensare al calcio, non sarei in frado di svolgere il mio lavoro. E’ stata una settimana difficile, perché siamo reduci da una sconfitta dura che ci ha messi nelle condizioni di dover vincere.
Ma questo potrebbe non bastare: non dipendiamo solo da noi, purtroppo siamo appesi anche al risultato della sfida tra Croazia e Islanda».