E così anche quest’anno siamo arrivati alla campanella finale. Non quella dell’ultimo giorno di scuola ma quella fatidica del 30 giugno, il “the end” per le plusvalenze da contabilizzare. L’anno scorso il mago di quelle settimane fu Walter Sabatini. Tutti gli riconobbero grande abilità nel portare a casa il malloppo da esibire all’UEFA e nel contempo riuscire a prendere quello che da li a poche settimane si sarebbe rivelato un autentico top player, Milan Skriniar. Quest’anno molti pensavano ad Ausilio come ad un barca sballottata dalla tempesta di fronte a quella “quota 45 milioni” che avrebbe tramortito molti dei suoi colleghi più anziani ed esperti.
Gufi, streghe e leoni della tastiera cantavano già i nomi dei big da cedere per raggiungere l’obbiettivo. Icardi naturalmente per primo. Quasi a pensare “se una società non è in grado di ottemperare alle plusvalenze che se ne fa di un crack come Maurito?” Si voleva far passare l’Inter, per scarsa conoscenza o per interesse, come un pollaio malgovernato ed i suoi dirigenti come gente capitata lì per caso.
Oggi siamo il 30 giugno ed il risultato è uno solo, davanti agli occhi di tutti. L’Inter ha un altro fuoriclasse, non in campo ma in cabina di regia: Piero Ausilio non ha lavorato alla grande, si può ben parlare di un vero e proprio “one man show”. Perché questo è nei fatti. Icardi è ancora nerazzurro, Perisic è ancora nerazzurro e altrettanto dicasi, ad oggi, per Handanovic, Vecino, Candreva e tutti gli altri titolari della scorsa stagione. Non uno ha lasciato Milano in nome delle plusvalenze. Magari succederà domani, ma solo per rafforzare la squadra.
Eh, ma Cancelo e Rafinha? Eccole le vedove che vengono dal buio dei tempi indietro, dopo il triplete, quando criticare non era un’ opzione ma un obbligo. Non c’è trippa per gatti, né per le vedove. Rafinha non è stato riscattato, nel frattempo è arrivato un tale Radja Nainggolan che di sicuro non fa rimpiangere il brasiliano, ammesso che nei prossimi 45 giorni non arrivino notizie diverse anche su questo fronte. Qualcuno si dispera?
E Cancelo? E poi alla Juve! Abbiamo già parlato da queste colonne del portoghese. Ottimo giocatore, con i crismi del grandissimo. Vedremo. 40 milioni sui di lui non erano investibili con questi chiari di luna. Punto e a capo. Quindi? Chi li ha e vuole strapparsi i capelli faccia pure, risparmierà dal barbiere la prossima volta. Noi i capelli ce li siamo strappati per Ronaldo, potremmo farlo per Icardi. Mai per un terzino, per quanto bravo. Cancelo è e resterà una meteora nella storia dell’Inter, e comunque è gia il passato. ll futuro è altro. E Politano? Lo voleva mezza serie A e qualche grande club straniero. Verrà a rimpolpare la pattuglia degli esterni a disposizione di mister Spalletti. Il futuro, tra parentesi, si chiama anche Asamoah e De Vrji, altri due gioielli di queste settimane di lavoro di Ausilio.
Dunque? Tutti zitti adesso gli adulatori di Marotta e Paratici, di Fassone e Mirabelli, Monchi e compagnia bella? Si, tutti zitti, ad iniziare dagli addetti ai lavori più pessimisti, quelli sempre puntuali in ogni trasmissione o in ogni articolo a fotografare tempeste e tsunami in casa nerazzurra.
Tutti zitti, anche gli avvoltoi che attendevano solo che l’Inter dovesse svendere i suoi gioielli per continuare a tirare a campare.
No signori, avete sbagliato i conti. Con Ausilio e con Suning. L’anno scorso non bastò il FFP, arrivò pure il black out del Partito comunista cinese ad ostacolare il mercato. E nonostante tutte le difficoltà il quarto posto suona come un risultato eccezionale considerate tutte quelle traversie.
Quest’anno che le redini sono state appena un po’ più libere i risultati sono questi. L’anno scorso si diceva @interiscoming, quest’anno @ariveder le stelle. Ci siamo, stiamo tornando, e stiamo tornando tra le stelle, con le nostre stelle. Una di quelle più brillanti è Piero Ausilio.