Indice dei contenuti
1 Rigore ai supplementari: Modric se l’è fatto parare da Schmeichel.2 La Croazia parte alla grande e arriva ai quarti di finale3 La Croazia ha giocato un match di attesa4 Modric il migliore in campo5 L’ex nerazzurro Kovavic entrato al posto di Brozovic, stellare6 La vittoria ai rigoriRigore ai supplementari: Modric se l’è fatto parare da Schmeichel.
Rigori finali: Modric ha battuto Schmeichel, che ne ha parati altri due ma non è bastato, perché il suo collega Subasic è arrivato a tre. E’ così che la Croazia ha raggiunto i quarti di finale, che giocherà contro la Russia.
E’ così che un giocatore dalla classe ma anche dalla personalità di Modric è rimasto attaccato al Mondiale. Se valgono le occasioni e il livello del gioco, la Croazia ha meritato la qualificazione, ma quando Kasper Schmeichel, sotto gli occhi estasiati di suo padre Peter, ha agguantato il rigore della stella del Real, non pochi hanno pensato alla beffa.
La Croazia parte alla grande e arriva ai quarti di finale
E’ successo tutto all’inizio e alla fine. In meno di un minuto, esattamente 58 secondi, la Danimarca ha sfruttato le sue armi migliori: le rimesse laterali-catapulta di Knudsen e i centimetri di tutta la squadra, la più alta fra le 32 di Russia 2018, con una media di 1,87 centimetri.
Prima rimessa chilometrica di Knudsen, panico in area croata, tocco di Mathias Jørgensen, brutto errore di Subasic che ha deviato in porta il tiro corto del difensore danese. In meno di quattro minuti, la Croazia ha risposto col primo gol mondiale di Mario Mandzukic, dopo un’incursione a destra della coppia Rebic-Vrsaljko, cross respinto da Dalsgaard ma addosso a Christensen, la carambola ha favorito lo juventino che ha pareggiato subito.
La Croazia ha giocato un match di attesa
Dopo le fiammate iniziali, la partita ha preso il corso previsto, ha giocato la Croazia ed ha aspettato la Danimarca, ma si è trattato di un’attesa intelligente, non di una rinuncia.
Il disavanzo tecnico era evidente, però anche i danesi avevano un giocatore di qualità, Eriksen, lo hanno cercato e trovato con buona frequenza. Da un assist del trequartista del Tottenham è nata la palla-gol di Braithwaite respinta da Subasic.
Modric il migliore in campo
Nei primi 45′ la Croazia ha costruito di più, guidata dal fondo da Brozovic, arricchita dalla qualità di Modric, resa imprevedibile dalle incursioni di Rakitic (tre conclusioni pericolose del barcellonista) e potente dagli assalti di Rebic, giocatore cresciuto moltissimo in questi ultimi anni: fra ex e attuali, all’inizio c’erano 9 “italiani” e l’ex viola è stato nettamente il migliore.
L’ex nerazzurro Kovavic entrato al posto di Brozovic, stellare
Se il primo tempo, pur non spettacolare, si era mantenuto su buoni livelli, il secondo è calato e non poco come ritmo e contenuti. Più della stanchezza era la paura di prendere gol a suggerire alle due squadre di non scoprirsi.
Quando Dalic ha messo Kovacic al posto di Brozovic, è stato Rakitic ad accentrarsi e ad arretrare davanti alla difesa.
La Croazia ha alzato il livello di qualità, nel finale ha ripreso ad attaccare con la forza di Rebic ma si è scontrata con la solida organizzazione danese. Inevitabili i supplementari.
La vittoria ai rigori
Dopo 111′ di battaglia, il guizzo di Modric e lo scatto di Rebic hanno portato al rigore che, nelle speranze croate, avrebbe portato la Croazia ai quarti.
Giusto il giallo (e non il rosso) per Mathias Jørgensen perché il suo intervento era mirato al recupero della palla. Sul dischetto Modric, in porta Schmeichel: tiro parato. Altri rigori, quelli finali. Danijel Subasic ne ha parati tre, Schmeichel solo due…