(GdS) Spalletti gongola, per lui pronte due Inter: tra titolari e rincalzi grande qualità
Spalletti si gode la panchina lunga
«La mi’ mamma c’ha ottant’anni e lo sa che mi manca un centrale». Tutti ricorderanno lo sfogo di mister Luciano Spalletti dopo Fiorentina-Inter, quando, incalzato dai giornalisti a fine partita, fu costretto a “sviare” così la questione mercato. Però un fatto vero in quell’affermazione c’era: gli mancava effettivamente un centrale.
E infatti poco dopo arrivò Lisandro Lopez dal Benfica a dare man forte a un reparto falcidiato da squalifiche e infortuni. In questa stagione il mister nerazzurro però, facendo tutti gli scongiuri del caso, difficilmente avrà di questi problemi. E il motivo è molto semplice: nonostante i mancati riscatti di Cancelo e Rafinha, Ausilio sta costruendo una rosa di grande qualità e, soprattutto, profonda.
Di questo parla la Gazzetta dello Sport in edicola oggi. La rosea sottolinea che l’Inter, al momento, può contare di quasi due squadre. La prima, quella titolare, scenderebbe in campo con Handanovic; D’Ambrosio, Skriniar, De Vrij, Asamoah; Brozovic, Vecino; Politano, Nainggolan, Perisic; Icardi. Mentre la seconda scenderebbe in campo così: Padelli; D’Ambrosio, Ranocchia, Miranda, Dalbert; Gagliardini, Borja Valero; Politano, Eder, Karamoh; Lautaro Martinez. Due undici titolari di grande qualità.
Possibilità di altro modulo
Spalletti però sa che manca ancora qualcosa per rendere davvero forte l’undici titolare. Ciò che balza soprattutto all’occhio è che in entrambe le squadre ci sono D’Ambrosio e Politano. E’ evidente quindi che dovranno arrivare un terzino destro e un esterno. La Gazzetta dello Sport fa i soliti nomi: Vrsaljko, Florenzi, Vidal, Zappacosta per il terzino e Malcom per l’esterno.
Questa profondità della panchina, unita alla grande duttilità di diversi calciatori della rosa nerazzurra, potrebbe far propendere Spalletti anche verso una decisione clamorosa: il cambio di modulo. Come confermato dallo stesso tecnico interista, infatti, nei suoi pensieri c’è la difesa a 3. L’arrivo di De Vrij permetterebbe questa “rivoluzione”.