Inter: la prima stagionale contro il Lugano è stata una buona prova corale sotto diversi aspetti. Spalletti ama curare tutti i dettagli senza lasciare nulla al caso e il lavoro effettuato in settimana ha dato un ulteriore imprinting all’idea di gioco. I carichi di lavoro sono di quelli importanti e lo si nota dalla macchinosità di inizio gara, partita con un po’ di confusione, prontamente superata grazie alla voglia di dominio.
L’undici iniziale è inedito e con la presenza di diversi nuovi giocatori come Nainggolan trequartista, Politano a destra, Martinez punta centrale e De Vrij al centro della difesa. Il belga ha da subito mostrato di avere quella connotazione dominante sulla trequarti. Le cosiddette fiammate hanno colpito in collaborazione con un esterno molto più congeniale alle idee di Spalletti.
Si tratta di Politano. È di lui che ci si sorprende su tutti. Occupa infatti la zolla di destra con un chiaro ordine: quello di creare superiorità e fraseggio. Il primo gol è anche opera sua, con un appoggio di prima sul Ninja, che a sua volta ha imbeccato Martinez in area di rigore.
Si ripete sul secondo gol l’ex Sassuolo, grazie a un pressing di reparto ben fatto. I padroni di casa infatti gestiscono male un pallone, recuperato dal giovane esterno e subito recapitato a Karamoh, altro protagonista. Il francese ha mostrato di possedere delle doti atletiche fuori dal normale, oltre che atteggiamenti maturi nella scelta delle giocate. Appoggi spalle alla porta, passaggi filtranti e qualche gioco di prestigio sono in qualche modo la certificazione della sua crescita. Inizia come prima punta, poi passa a sinistra e infine chiude a destra. Risultato? Buona prestazione. Niente campo per Icardi che anziché rischiare, è stato risparmiato per salvaguardare il suo ginocchio e procedere bene verso un recupero della condizione graduale.
Singoli a parte, si può in ogni caso esprimere con certezza un concetto: il gioco esiste ed è chiaro nella testa dei giocatori. Il Lugano è pur sempre una squadra di categoria inferiore, ma questo non deve assolutamente sminuire la prestazione dei nerazzurri.
Passaggi, movimenti, tempi di gioco sono ben riconoscibili. Tutti, a prescindere di chi si tratti, hanno interpretato lo spartito a loro assegnato. Forse per poca lucidità, visto l’intenso lavoro svolto, sono stati sbagliati nella misura alcuni passaggi, ma senza tradire il principio fondamentale. Questa pur sembrando un’ovvietà, dopo anni invece di buio è assolutamente una novità.
Il progetto prende forma grazie al tecnico, alla dirigenza e ai giocatori già presenti. Sembra che ne arriveranno altri, nonostante le restrizioni in ambito lista Champions. In questo modo dopo un lunghissimo periodo, la rosa sarà finalmente completa e forse una delle più competitive dal 2010.