(Juventus Ronaldo) Quando la settimana scorsa qualche dirigente della Juventus aveva deciso di aprire lo Stadium per la presentazione di Cristiano Ronaldo ci fu un brivido di terrore. Probabilmente qualcuno più accorto aveva già guardato le previsioni del tempo e conosceva bene quello che da giorni media e social stavano rappresentando come “il dilagante entusiasmo” per l’arrivo di CR7.
Risultato odierno: un migliaio di tifosi hanno seguito la stella portoghese come in una processione laica, dal J Center dove ha fatto le visite, alla Continassa, dove ha incontrato società e compagni fino al tempio della juventinità.
Mille persone per una star sono un bottino un po’ misero. A MIlano si erano viste folle ben più numerose e trepidanti per l’arrivo di Shaqiri o di Andrè Silva, ma forse anche a qualche matrimonio nel meridione si contano più presenti.
“Ma pioveva a dirotto“, diranno domani gli interpreti ufficiali delle vicende bianconere, sdoganando una volta per tutte la battuta più infelice del povero Mazzarri dopo un Inter Verona del 2014.
E molti tra quei pochi che c’erano sembravano decisamente più interessati alle rivalità del campionato passato che non all’arrivo di Ronaldo. I cori contro il Napoli, soliti, con il Vesuvio chiamato a fare pulizie, o quelli contro Leonardo Bonucci, una volta idolo dello Stadium, dimostrano ancora una volta tutte le stranezze del tifo. O meglio di quel tifo, perchè di esperienze analoghe le cronache non riportano traccia in altri contesti.
Non si ricorda ad esempio che all’arrivo di Ronaldo (il Fenomeno vero) nel 1997 a MIlano, la gente avesse sbeffeggiato Centofanti o Paganin, nè che all’arrivo di Van Basten qualcuno abbia maledetto Calloni o Luther Blisset.
Gli stessi tifosi che magari qualche minuto dopo hanno supplicato Ronaldo ” portaci la Champions”. Sarebbe stata una bella lezione per loro se CR7 gli avesse riposto con un perentorio “voy a llevarlo a casa y entregártelo” (traduz. “vado a prenderla a casa e ve la porto).