Con Sarri al Chelsea quanti fegati in sofferenza! Good luck, Secco
Napoli Sarri, finisce una favola meritata
(Napoli Sarri) Se c’è un personaggio del calcio italiano che merita un posto al sole, quello più splendente, questo è Maurizio Sarri. Per chi è cresciuto nello stesso Oratorio della provincia di Firenze resta quasi difficile chiamarlo con i crismi civilistici di nome e cognome. Per tutti quelli che erano ragazzi insieme, in quei favolosi anni a cavallo tra i 70 e gli 80, resta il nomignolo affettuoso con cui è sempre stato soprannominato “il secco”.
Dopo aver dimostrato al mondo intero che nel calcio si può diventare qualcuno anche a 50 anni suonati grazie all’impegno, alla competenza e soprattutto alla passione smisurata, oggi è lui ad aver “seccato” tutti. E per seccato si legga steso, asfaltato, zittito. E per tutti si intenda quei prolissi sedicenti professori di calcio che quotidianamente riempiono con il loro vuoto ore e ore di trasmissioni, o pagine di social o di giornali. Quelli del “bello si il suo Napoli però non valorizza i giovani, conosce solo quel tipo di gioco… oppure quelli del “bravo, ma non ha vinto niente“, oppure gli altri, fighetti platinati davanti alle telecamere ” bel personaggio, però quel linguaggio così violento…”.
Saranno tanti a rosicare
Maurizio, con il suo volo a Londra, diventa un simbolo della normalità vissuta e sudata giorno per giorno che trova la sua rivincita totale e fa a pezzi slogan, caricature, filosofie buone per adescare a buon prezzo qualche inesperto spettatore o lettore.
Tanta gente si troverà in questi giorni, segretamente, senza confessarlo perché ne andrebbe della loro carriera, a rosicare come matti, per la visibilità, per il successo e perchè no, per lo stipendio di Maurizio.
Senza capire un concetto di puro buon senso. Che è più semplice colpire nel segno con la schiettezza diretta e sincera come lui ha fatto in questi anni che non ammantando di paroloni inutili un’idea che non c’è. Non è un reato non avere un’idea chiara su una cosa o su una persona ma può diventare un’arma pericolosa se oltre a non averne per sé si ritiene pure di offrirne agli altri.
“Tutte le idee che hanno enormi conseguenze sono sempre idee semplici” ha scritto Lev Tolstoj, come se il poeta russo avesse già conosciuto la rivoluzionaria normalità del modo di fare e vivere il calcio di Sarri.
In questa sintesi strepitosa c’è il ritratto di un uomo che rifugge la banalità, che aspira a volare sempre più alto come il gabbiano Jonathan Livingstone e per fare questo rischia di bruciarsi le ali. Ma alla fine vince la sua scommessa con la vita. Chissà se i soloni televisivi possono dire altrettanto.
Il calcio italiano da questa settimana è più povero. Ronaldo potrà portare tanti gol e tanti soldi, ma il messaggio più importante per il movimento, per i giovani soprattutto, era quello che riusciva a trasmettere Sarri, come uomo prima che come allenatore. Buona fortuna Maurizio, anzi good luck, Secco.
(Napoli Sarri)