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Inter: il futuro di squadra e società passa dalla “tana del leone” cinese

Inter: il futuro inizia dalla Cina

(Inter) Il sito de “Il Giorno” dedica una lunga analisi alla situazione attuale dell’Inter, sia in termini di mercato che di organizzazione del futuro della società. E lo fa  mettendo in risalto l’importanza delle giornate di lavoro e confronto che la dirigenza nerazzurra sta trascorrendo a Nanchino.

L’Inter fa il punto della situazione a Nanchino, la “tana” del colosso Suning. Nei due anni di proprietà finora trascorsi i vertici cinesi hanno fatto di tutto per essere presenti sul territorio, “italianizzando” la dirigenza e portando il rampollo di casa Zhang, Steven, a lavorare direttamente nella sede milanese.

Una volta l’anno, però, è in Cina che si tirano le fila del discorso, anche per decidere di questioni che non hanno a che fare con la sola preparazione sul campo, ma con un più ampio spettro gestionale. Per questo con Piero Ausilio, l’uomo a cui sono deputate le scelte in sede di campagna acquisti, in Asia è volato anche il CFO Giovanni Gardini e nelle prossime ore arriverà l’amministratore delegato Alessandro Antonello (ieri ancora a Milano per l’assemblea di Lega Serie A).”

I temi dei work shop

Nei vari work shop saranno analizzate le sponsorizzazioni, quelle già definite e quelle in arrivo, cercando altre vie per ampliare le partnerschip in Cina e fuori. Si parlerà ovviamente di rinnovi, primi tra tutti quelli di Luciano Spalletti e Mauro Icardi e si parlerà di mercato. Iniziando, come pare obbligatorio, dal ruolo del terzino destro.

Spalletti ha provato Dalbert a destra contro il Sion, con risultati non così confortanti. Serve un’addizione per questioni numeriche e qualitative. Ausilio ha il “sì” di Vrsaljko, non quello dell’Atletico Madrid per un prestito con diritto di riscatto. L’alternativa è il tedesco Benjamin Henrichs, 22enne del Bayer Leverkusen.

Se poi si riuscirà a piazzare Joao Mario (il Wolverhampton sta valutando un’offerta) meglio ancora, ma per quest’anno poco cambierà: gli accordi con l’Uefa impongono delle limitazioni nelle valutazioni complessive della rosa per la Champions.”
Fonte: il Giorno