Fassone e Mirabelli missione compiuta, ora possono passare alle cose formali
“Meglio un anno senza tituli che una vita da ridiculi”. Cosi recitava la maglietta orgogliosamente ostentata da Marco Fassone nei giorni, felici per lui, in cui era ancora un dipendente della Juventus. Gesto che non gli è mai stato perdonato dai tifosi nerazzurri, neanche quando Thohir lo chiamo ai vertici organizzativi di Corso Vittorio Emanuele. “La maglia esposta ai tempi della Juventus fu un errore ingenuo, ho più volte chiesto scusa per quell’episodio” disse Fassone qualche tempo dopo. Pentimento tardivo e insufficiente, per la gente nerazzurra era stato e rimaneva uno Juventino. La sua parabola nerazzurra è stata breve e e non ha lasciato segni indelebili.
Il nuovo Milan di Mr Li lo arruolò subito e volentieri, certi di mettere in squadra un dirigente illuminato, facendo al contempo un dispettuccio all’altra sponda dei Navigli. E come se non bastasse, il buon Fassone chiuse rapidamente il cerchio. Appena assunto il comando a Casa Milan non si fece scrupoli di chiamare a sè un suo vecchio scudiero, quel Massimiliano Mirabelli che sembrava destinato ad una lunga permanenza all’Inter.
La favolosa coppia ha lavorato poco assieme per il Milan. Ma siccome siamo gente intellettualmente onesta non possiamo fare a meno di riconoscere che pur in breve tempo i due sono riusciti davvero a lasciare il segno.
Fassone, nonostante montagne di documenti, piani di sviluppo straordinari del fatturato in Cina, rassicurazioni sulla solidità della società, non è riuscito a trovare un accordo con l’UEFA per il voluntary agreement. Anzi proprio questi business plan sono stati mal giudicati dai dirigenti Uefa per le previsioni fondate su un ottimismo non giustificabile.
Poi è arrivata la sentenza di esclusione dalle Coppe europee, annullata pochi giorni fa dalla Camera arbitrale. Adesso sarà di nuovo l’Uefa a comminare le sanzioni economiche previste da un settlement agreement che condizionerà inevitabilmente le mosse della società sul mercato.
Mercato che è stato il regno di Mirabelli, soprattutto quello dello scorso anno, quando il Milan sembrava diventato il paese del bengodi. Acquisti a raffica, 220 e passa milioni spesi, molti dei quali rinviati ai bilanci futuri. I risultati li conosciamo tutti.
Ieri la notizia della rescissione del contratto di Fassone per giusta causa da parte dei nuovi padroni americani di Elliiott. E con motivazioni pesantissime che potrebbero far pensare ad un azione risarcitoria nei confronti dell’ex dirigente rossonero. Di oggi invece la notizia che anche Mirabelli è arrivato ai saluti. Leonardo è in arrivo e anche per lui suona la campanella della fine del gioco. Qualcuno gongola per questa fine così ingloriosa della coppia? L’Inter ha altri problemi cui pensare. Tra 45 giorni tornerà a sentire quella musichetta del martedì/mercoledì che tanto è mancata, non c’è tempo di curarsi di chi ha fatto scelte professionali avventurose pagandone adesso il fio.
Certo, se in un film di fantacalcio qualcuno avesse dato incarico a due interisti di infiltrarsi tra le file rossonere per creare problemi e scompiglio difficilmente avrebbero potuto fare meglio della fantastica coppia.