Indice dei contenuti
Se la partita di sabato sera a Pisa doveva anche essere una prova per Dalbert, il brasiliano, stavolta, l’ha superata.
Oggettivamente, l’esterno contro lo Zenit è stato tra i più positivi in campo. Deve ancora migliorare dal punto di vista difensivo, anche se a dire la verità sabato l’Inter in toto ha dimostrato di dover registrare qualcosa in difesa alla luce dei 3 gol subiti.
Rispetto alle altre amichevoli, però, Dalbert ha iniziato a far vedere quelle qualità offensive che hanno convinto l’Inter a puntare su di lui un anno fa. Qualità che, evidentemente, non potevano essere andate del tutto perse.
Semmai potevano essere state accantonate. E che Dalbert inizi a ritrovarsi è un ottima notizia, quasi un nuovo acquisto che era già stato acquistato. Per ora, è giusto che Dalbert si goda gli elogi per la prestazione positiva e che incameri fiducia. Magari pensando al fatto che anche Cancelo all’inizio dello scorso anno sembrava avere difficoltà d’adattamento. Invece poi, per conquistare la Champions è stato fondamentale.
Un anno fa Dalbert arrivava in un’Inter che aveva una grande fame di terzini, ruolo che per un motivo o per l’altro era risultato il più sensibile della squadra nelle stagioni passate. Acquistato dal Nizza per una cifra notevole, nelle prime uscite non esalta la platea.
Spalletti, però, lo difende. Giustamente, perché il ragazzo è arrivato senza poter fare il ritiro con i compagni – e la cosa avrebbe aiutato l’ambientamento – e perché le disposizioni sono di fare molta attenzione alla fase difensiva.
Così, nella prima parte di campionato, Dalbert sembra lo studente timidissimo dell’ultimo banco che si sforza tantissimo per rimanere nella traccia del compito che gli viene assegnato, ma che in questo modo non riesce mai a ottenere dei buoni voti.
Dopo la partita col Genoa del 24 settembre, le sue apparizioni diventano sempre più brevi e sporadiche. Torna titolare col Crotone il 3 febbraio, ma nemmeno contro i calabresi convince e Spalletti inizia a concedergli meno attenuanti. Si rivedrà solo il 6 maggio contro l’Udinese (perché D’Ambrosio era squalificato), ultima recita in una stagione davvero magra. Tanto che il club a giugno aveva effettivamente pensato a una cessione del giocatore.
L’accordo per la sua uscita era stato trovato sia con il Monaco che con il Borussia Dortmund, ma alla fine, le cessioni più convenienti per il bi- lancio di Nagatomo e Santon hanno fatto sì che Dalbert rimanesse.
Un’altra occasione per sfondare all’Inter, che Dalbert all’inizio sembrava non essere sul punto di sfruttare. Col Lugano si era visto lo stesso Dalbert della stagione passata, col Sion, schierato a destra, era stato tra i peggiori.
Allora Spalletti era intervenuto per scuoterlo: perché secondo il tecnico, le qualità ci sono, ma è il ragazzo a doversi convincere delle sue potenzialità a dover credere nell’esperimento.
Quindi a Pisa, Spalletti ha insistito su di lui, concedendogli però la sinistra dove il laterale si sente a suo agio. Quello che si è visto è un giocatore che inizia a ricordare il ragazzo eletto tra i migliori giocatori della Ligue 1, solo due stagioni fa.
Propositivo, convinto, un calciatore che si fa vedere dai compagni di squadra e si inserisce bene nel gioco: in definitiva, uno utile ai compagni e all’Inter in generale. Anche perché quest’anno i fronti sui quali essere competitivi sono due e Asamoah da solo è impensabile che tenga ritmi altissimi durante tutta la stagione.
Allo stesso tempo, avere un valido vice per il ghanese può lasciare più libero D’Ambrosio, che verosimilmente continuando così le cose potrebbe dedicarsi quasi esclusivamente alla fascia destra dello schieramento. Ovviamente, i prossimi test e il primo vero impatto con il campionato serviranno a confermare i progressi visti.