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Mauro Icardi – autore del gol, il secondo della sua estate – e Lautaro Martinez ieri sera a Sheffield contro lo storico United hanno fatto coppia per la prima volta
L’Inter ha pareggiato 1-1 contro una formazione che il 4 agosto inizierà la Championship, ma i due, per alcuni tratti della partita, sia chiaro, hanno fatto vedere ciò che potrebbero combinare in coppia.
Sulla carta Spalletti vede un’Inter col 4-2-3-1 e Lautaro alternativa offensiva, ma l’opzione due punte – che si tratti del 3-5-2 provato ieri sera (o 3-4-1-2) o di un 4-3-1-2 – potrebbe davvero risultare la mossa della svolta nell’annata nerazzurra.
Soprattutto se l’ex attaccante del Racing manterrà le promesse: in Argentina ha fatto il botto – 18 gol in 27 gare nella scorsa stagione -, in queste prime uscite ha dimostrato di vedere la porta e, in particolare ieri sera, di saper giocare a calcio.
Martinez ha iniziato da trequartista alle spalle di Icardi nel 4-2-3-1 e in cinque minuti è venuto incontro a prendere la palla tre-quattro volte, poi, quando Spalletti è passato al 3-5-2 per l’infortunio di Dalbert, il “Toro” ha alzato leggermente il suo raggio d’azione, ma ha continuato a girare intorno a Icardi. Diversi gli spunti e le aperture interessanti, come il lancio d’esterno per mandare in porta Candreva in occasione dell’1-1.
Gol segnato da Icardi con un classico tap-in sotto porta su cross basso a tagliare l’area piccola. Il capitano sta piano piano entrando in forma e, oltre a svolgere i giusti movimenti, ha dimostrato di essere il solito pericolo costante negli ultimi undici metri.
Ma tornando alla coppia, i due si sono cercati quando hanno avuto la possibilità di farlo e di sicuro, più giocheranno insieme, più crescerà la loro affinità.
Detto delle buone sensazioni inviate dalla coppia argentina, bisogna però registrare le incertezze – soprattutto nella prima mezzora e nel finale, quando però le energie erano finite e in campo c’erano diversi ragazzi – di un pacchetto arretrato lontano da quello ammirato la scorsa stagione, preparazione estiva compresa.
CANDREVA Esterno d’attacco a sinistra per qualche minuto (giusto il tempo di provare un paio di conclusioni dopo il gol di sabato a Pisa), poi laterale destro tutta fascia nel 3-5-2 disegnato da Spalletti dopo l’infortunio di Dalbert.
Sta bene fisicamente, fa su e giù per la corsia e, oltre ad altre conclusioni in porta, serve l’assist per l’1-1 di Icardi.
EMMERS Dove lo metti, sta. Il belga si conferma una delle note liete dell’estate nerazzurra. Più lo si vede, più si capisce il perché Spalletti abbia posto il veto sulla sua cessione a giugno.
Cosa succederà a metà agosto non si sa, ma adesso l’ex Primavera serve come il pane.
MARTINEZ Da prima punta aveva fatto vedere il fiuto del gol, ma da “10” alle spalle di Icardi è uno spettacolo.
L’argentino ha visione di gioco – il lancio d’esterno per Candreva nell’azione dell’1-1 è fantastico – e sa muoversi sul fronte offensivo.
La soluzione a due punte potrebbe davvero risultare una carta vincente per la prossima stagione.
ICARDI Per mezzora la vede poco, anche perché lui e Lautaro sono isolati. Poi l’Inter cresce, gioca con più 7 Sono i gol segnati dall’Inter nelle prime tre amichevoli stagionali
C’ velocità e Maurito fa il suo. Apre spazi, fa sponde e soprattutto segna. Ha l’occasione per il 2-1, ma anziché calciare si inventa un tacco per Emmers: spettacolare, ma poco utile.
SKRINIAR In crescita, quando decide di non far passare gli avversari, non li fa passare. Siamo al 25 luglio, dunque non c’è da preoccuparsi, però la scorsa estate era decisamente più pronto.
ASAMOAH Da lui l’Inter si aspetta un apporto offensivo maggiore. Spinge poco (ma nella ripresa aumenta i giri), forse perché si rende conto di non dover lasciare ulteriori varchi in difesa.
DE VRIJ Non ci siamo ancora. Non dà quelle sensazioni di tranquillità di cui ha bisogno l’Inter, ma il tempo è dalla sua parte.
GAGLIARDINI Con quel fisico è dura essere ora già brillante. Quando gli inglesi partono in velocità, in mezzo si creano delle voragini. Sbaglia tanti appoggi e lanci, però ha il merito di provare a far gioco nonostante sia l’unico centrocampista “vero” a disposizione. F