Non è il titolo di un giallone da leggersi sotto l’ombrellone, bensì il paradosso del mercato interista.
Perché il giocatore che nell’estate del 2016 fa veniva salutato come un grande colpo, adesso è un nome da piazzare (senza fargli perdere troppo valore) per completare il mercato, cercando un incastro difficile.
Dalla sua cessione il club conta di ricavare quella trentina di milioni che servono come il pane per gettarsi su Arturo Vidal e rafforzare il centrocampo.
E sulle intenzioni non c’è nessuna discrepanza tra i desideri delle due parti in causa: il portoghese che lunedì dovrebbe arrivare ad Appiano non vuole restare in Italia, Spalletti lo vede fuori dal progetto e per questo il club conta di cederlo ormai da tempo. Il problema, semmai, sorge quando si guarda ai probabili acquirenti.
Il Wolverhampton, che a inizio mercato sembrava interessato a Joao Mario, ha ufficializzato martedì Joao Moutinho, prelevato dal Monaco, e non fa più quindi parte del lotto delle pretendenti. Resta in corsa lo Sporting Lisbona, club dal quale l’Inter lo acquistò, ma che riabbraccerebbe il figliol prodigo con un prestito senza obblighi vincolanti.
Più calda è la pista che porta a Siviglia, sponda Betis, con conferme che sono arrivate dalla dirigenza sull’interesse verso il giocatore.
L’Inter, dal canto suo, resta molto ferma sulla formula: cessione definitiva a 30 milioni di euro, formula che sarebbe la migliore possibile, ma forse la più complicata da realizzare. O prestito con obbligo di riscatto fissato a 25 milioni circa, una cifra più bassa dovuta all’ammortamento a bilancio del valore iniziale del giocatore.