(TS) Dalle stelle alle stalle, inizio da incubo per il portiere ex Juve

Non è stato un grande inizio – finora – per Gigi Buffon.

Salutata la Juventus dopo diciassette stagioni e nove scudetti, il portiere ha scelto il Paris Saint Germain per una nuova sfida da raccogliere a 40 anni.

Sfida che è però cominciata sotto i peggiori auspici, per risultati negativi e gol incassati. Il calcio estivo è tutt’altra cosa da quello che vale tre punti, però il 4 agosto già comincia la nuova annata in Francia con la Supercoppa (c’è il Monaco), mentre il 12 agosto i parigini ospiteranno il Caen per la prima di campionato.

L’inizio negativo per Buffon

E presentarsi sull’onda delle sconfitte non è un bel segnale. La serie negativa per Buffon (e per il Psg) è cominciata nell’amichevole persa 4-2 con la Chambly, squadra della Serie C francese, partita arrivata dopo un modesto 1-0 ai danni del Saint-Geneviève (quarta serie) in cui il portiere non era presente.

E la musica non è cambiata nell’International Champions Cup: parigini battuti 3-1 dal Bayern e travolti 5-1 dall’Arsenal. Molti problemi per il nuovo tecnico Thomas Tuchel, cui si aggiunge quello della scelta di chi sarà il numero uno.

Buffon sfida con il campione del Mondo

Perché Buffon è giunto in un reparto di cui fanno parte il neo campione del mondo Alphonse Areola e quel Kevin Trapp che fece fuori Salvatore Sirigu. Tuchel, al momento, non si sbilancia: «Buffon non ha paura di lottare per il posto, Areola e Trapp non hanno paura di lottare per il posto. È il tipo di competizione che mi piacerebbe avere in ogni altro ruolo.

Gigi ha personalità, ci porta una grande leadership.

Si tratta di una situazione da gestire in maniera tranquilla e chiara: quando tutti saranno al massimo livelo, allora sarà il momento di decidere». Una filosofia condivisa da Buffon: «In 24 anni di carriera nessun mi ha mai detto che avrei avuto il posto da titolare in maniera automatica.

Questo è sempre arrivato con il lavoro sodo e con scelte basate sul merito. Nessun problema, continuerò a lavorare in questo modo anche per far crescere gli altri portieri della squadra. Se ho scelto questa sfida è perché mi piacciono le sfide.

Quella del Psg era l’unica che poteva spingermi a giocare: mi ha sempre eccitato l’idea di andare all’estero in un club ambizioso».

Rimpianto per una Juve stellare con CR7

Nessun rimpianto per il passato bianconero che si è appena chiuso, neppure con l’arrivo di CR7: «Ronaldo? Ormai mi interesso alla Juventus solamente come spettatore. La Juventus è una grande società, come il Psg. Entrambe stanno lavorando per rendere più competitiva la squadra».