Modric resta al Real. Peggio per lui, e peggio per Florentino

Mercato Inter Modric resta a Madrid

(Mercato Inter Modric) Dunque Modric resterà a Madrid. Come volevasi dimostrare, diranno molti degli addetti ai lavori, quelli più prudenti, quelli che in queste lunghe settimane hanno parlato poco perché poco c’era da dire.
Sembrava il sequel obbligato dopo l’arrivo di Ronaldo alla Juve. Una volta che il migliore aveva rotto gli argini tutti potevano sentirsi in diritto di fare altrettanto. Ma Ronaldo è Ronaldo, ha l’aurea e la statura dei dominus, qualsiasi cosa faccia o dica.

Si era rotto le scatole a Madrid, aveva capito che il ciclo era chiuso, voleva guadagnare quanto Messi se non di più, il fisco italiano lo ha attirato come una calamita, tutte le spiegazioni sono valide.

Resta il fatto che Ronaldo ha fatto una cosa chiara. Ha detto voglio andarmene, voglio cambiare aria e lo fatto alla luce del sole, guardando negli occhi tutto il mondo, come solo i grandi sanno fare.

Modric, una volontà tutta da interpretare

Modric ha fatto altrettanto? No, inutile girarci intorno. Le promesse di Florentino, l’agreement tra i due, la stima, il rispetto. Tutte belle parole, ma se vuoi davvero venire all’Inter chiami 10 giornalisti e lo dici. Altrimenti tutti sono autorizzati a pensare che ci sia una volontà solo a parole.

Se davvero vuoi venire all’Inter guardi in faccia chi hai davanti e lo urli a chiare lettere. Anche se hai vinto tre Champions consecutive, anche se sei il top player dei mondiali, anche se sei la persona più educata e corretta di questo mondo. Stiamo parlando dell’Inter, caro Modric, non del Bate Borisov o del Chievo, checche ne pensi qualche dirigente madrileno, E naturalmente con tutto il massimo rispetto per questi due club.

E’ mancato questo coraggio al croato, segnale che l’Inter lo attirava si ma forse non più di tanto. Nessuno si nasconde dietro ad un dito, sarebbe stato bello averlo al Meazza per un paio d’anni, ma se le cose stanno così, resti pure a Madrid.

Resti pure

Resti pure dove si vince perchè si deve vincere (ci ricorda qualcosa che succede spesso anche in Italia). Dove c’è un allenatore che si è fatto esonerare dalla nazionale la settimana prima del mondiale e che ha già iniziato a piangere perché con Zidane arrivavano i mostri e adesso non c’è trippa per gatti. Resti pure a fare da collante in uno spogliatoio privato dopo tanti anni del suo protagonista principale, a 33 anni suonati ci si può accontentare anche di questo.

L’Inter sarebbe stata altro

L’Inter sarebbe stata l’avventura con la A maiuscola, il brivido di lasciare il certo per l’incerto, la voglia di rimettersi in discussione per volare ancora alto, l’adrenalina di diventare il leader indiscusso di una squadra che torna in Champions dopo anni e quella che trasmette un pubblico che per entusiasmo si beve il Bernabeu come uno spritz.

Modric ha fatto la sua scelta, checchè se ne dica. Da ora in avanti è un problema suo. Ed in parte anche di Florentino Perez, che avrà un leader in campo senza più fame, con gli stimoli ad intermittenza e magari qualche mal di pancia che si trascinerà nel tempo.

Sarebbe bello trovarsi di fronte in Champions, per la gioia dei giornalisti che sparerebbero tonnellate di pagine ricordando cosa poteva essere e non è stato e per la curiosità di “regolare” questo conto. E magari, anche in quella occasione, la prenderà Vecino. Adios Luka, hola Florentino.
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