(Inter News) Il mercato dell’Inter è stato più che positivo, se si pensa alle premesse addirittura straordinario. Merito di Piero Ausilio e del suo staff che hanno riempito di contenuti i suggerimenti di mister Spalletti. Il bilancio sorride, il FFP è a posto, la squadra parte con premesse ben diverse da quelle dello scorso anno.
Dopo l’arrivo di Keita e dopo aver realizzato che Modric sarebbe restato a Madrid, le ultime ore di mercato sono state impiegate per sfoltire la rosa. Pinamonti va a mettere minuti preziosi nelle gambe a Frosinone, Karamoh ha deciso di giocarsi le sue carte a Milano, senza percorrere le strade del prestito ad una società che gli avrebbe permesso di maturare un’esperienza fondamentale.
Ma il punto interrogativo più evidente resta quello di inizio mercato: Joao Mario.
Aveva giurato di non voler rimettere piede alla Pinetina, il suo ciclo all’Inter era concluso, e comunque lui i 40 milioni spesi due anni fa li valeva tutti. Queste le sue frasi prima del mondiale. Voleva andare in Premier, nessuno lo ha cercato, o meglio nessuno alle condizioni dell’Inter. Altri club che si sono fatto avanti si sarebbero visti opporre un deciso rifiuto dal portoghese.
Ad oggi, e dovendo comunque considerare che ciò che non è successo fino ad oggi potrebbe accadere entro fine mese, le strade a disposizione di società e giocatore restano solo due: o fuori dalla lista Champions e dalla rosa della serie A come ipotizzato da molti nei giorni scorsi, oppure un rientro nei ranghi con il capo cosparso di cenere.
Lo spazio potrebbe pure esserci. Il centrocampista di lusso da affiancare a Brozovic richiesto da Spalletti non è arrivato. Barella, Vidal, Dembelè, di nomi se ne sono fatti a iosa ma sono rimasti pure ipotesi.
E allora, se fra due settimane Joao Mario fosse ancora in servizio permanente effettivo nerazzurro, Spalletti sarebbe chiamato ad un’altra impresa titanica. Lo scorso anno riuscì a riprendere al volo Brozovic che già stava sull’aereo per la Spagna ed a trasformare il centrocampista fischiato e malvisto nel fulcro della nazionale vice campione del mondo.
Oggi il dirimpettaio della follia, come lo definì Sabatini, sarebbe chiamato ad usarla tutta questa pazzia ed a far sparire la controfigura di un ottimo giocatore che da due anni naviga per San Siro per riscoprire un possibile protagonista.
Questione di testa, di neuroni, prima che di gambe e di schemi. Il mister di Certaldo dovrà usare tutte le raffinate armi della psicologia per tentare di chiudere positivamente questo mistero. Se ci riuscirà sarà un vero capolavoro. Sarà necessaria una sola condizione che esula dalle sue capacità: la volontà del giocatore, senza la quale nemmeno la bacchetta fatata potrebbe fare la trasformazione miracolosa.
Dovesse arrivare il risultato atteso, sarà l’unico acquisto di quest’anno che Piero Ausilio non potrà ascrivere alla sua bravura.