Date a Cesare quel che è di Cesare, all’Inter quel che è dell’Inter

Inter: a Sassuolo squadra molle e opaca

(Inter) Nessuno si aspettava una debacle come quella di ieri sera a Reggio Emilia, nessuno. La pre season aveva detto che l’Inter era una squadra che si stava consolidando, niente di straordinario intendiamoci, ma la solidità difensiva, un centrocampo almeno ordinato e qualche lampo là davanti facevano ben sperare. Invece è sembrato di rivedere l’Inter molle e sterile del black out invernale dello scorso torneo. Le analisi tecniche sono già state fatte, le polemiche, ovviamente sono già montate.

Leggere i social oggi è uno spasso, c’è chi vede già la partita di domenica prossima con il Torino come l’ultima spiaggia per Spalletti. C’è Conte libero, come perdere questa occasione? Spalletti, ad onor del vero, qualcosa di suo ieri sera ce l’ha messo. L’inserimento di Dalbert e lo spostamento in avanti di Asamoah è stata una invenzione di cui non si sentiva il bisogno. L’Inter ha giocato male, tutti non solo il brasiliano,  ed ha meritato di perdere su questo non c’è dubbio. Però…

Manca tanta roba

Però non c’è un articolo del regolamento che dice che ad una squadra che gioca male non si danno rigori, se ci sono i presupposti. Il giudizio “ci siamo meritati di perdere” ci sta tutto ma all’Inter mancano due rigori evidenti per i falli si Icardi e Asamoah, di certo più visibili di quello concesso al Sassuolo per il fallo di Miranda.

Oggi lo sostengono tutti gli osservatori, ma al tifoso interista piace infliggersi punizioni a iosa anche al di là dei demeriti lampanti della squadra. Con quello che si è visto in campo, magari l’Inter sarebbe uscita lo stesso con una sconfitta sul groppone, ma intanto dateci ciò che è nostro, VAR o non VAR.

E qui occorre alzare subito l’asticella dell’attenzione. L’Inter di Suning, l’Inter dei bilanci in crescita, l’Inter che sta uscendo finalmente dal FFP non fa dormire sonni tranquilli come quella costretta al pane e cicoria degli scorsi anni.
La società stia all’erta, quello che loro stessi ed i tifosi si sono conquistati con grande fatica nello scorso anno non può e non deve essere rovinato da un campionato Ronaldo-centrico. Nessuno grida al complotto, ancora no, è troppo presto. Ma l’odore di certi atteggiamenti arbitrali deve mettere sull’attenti Corso Vittorio Emanuele, per proteggere gli investimenti fatti nel mercato e le aspettative dei tifosi.

Le stagioni buie il calcio italiano le ha già passate ma non le ha ancora dimenticate. Le modifiche all’utilizzo del VAR con l’ampliamento della discrezionalità arbitrale lasciano perplessi, e non poco. Tutto cambia perché niente cambi, l’insegnamento del Gattopardo è più attuale che mai. A buon intenditore poche parole.