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Sassuolo Inter: esordio amarissimo per i nerazzurri di Spalletti, sconfitti alla prima stagionale contro la squadra di De Zerbi. Occorre però far luce su una gara che rischia altrimenti di infondere più timore di quanto non sia dovuto.
Il precampionato ha dato determinati segnali al tecnico di Certaldo. Molti giocatori si sono aggiunti alla rosa dello scorso anno e alcuni di questi hanno ben convinto. I titolari a Reggio Emilia quindi, non potevano che essere gli stessi già rodati e provati. Eccezione fatta però per Brozovic e Vecino a cui veramente non è riuscito a rinunciare. Asamoah alto a sinistra poi non è stata un’idea rivelatasi corretta, anche se è stata la prova corale ad essere veramente poco concreta.
L’approccio tattico del Sassuolo è stato quello di aggredire i nerazzurri fino al gol. Dopodiché De Zerbi ha attuato la tecnica di attesa procurando poco o niente alla retroguardia nerazzurra. Quanto meno i difensori, pur costretti a rincorrere, hanno sempre limitato i danni. Handanovic è stato impiegato pochissime volte, come del resto anche Consigli. Ciò testimonia come alla fine sia stata tutt’altro che una bella partita. Il Sassuolo ha fatto il Sassuolo. L’Inter invece?
Gli errori dei nerazzurri sono stati per lo più quelli di non saper mantenere bene le distanze. Troppa dilatazione tra attacco e difesa, che hanno costretto il centrocampo a rincorrere sempre in fase di non possesso, ma in maniera sterile. In fase offensiva invece, gli esterni si sono fatti trovare troppo profondi diventando così facile preda del difensore. Nessuna sovrapposizione da parte dei terzini, in particolare da destra. Questo è un dato rilevante perché i duelli sono quasi sempre un 50% di possibilità che uno dei due vinca. Tali possibilità aumentano se attorno esiste un dispositivo che metta il dubbio sulla più probabile scelta: appoggio sul terzino a fondo campo, palleggio, conclusione o cross/imbucata diretta. Tutte queste opzioni contemporaneamente Politano non le ha mai avute nel corso della gara, rendendosi facilmente leggibile. Anche qui di conseguenza è possibile dire che oltre al feeling sia mancata la giusta distanza per consentire con i tempi corretti, i movimenti della squadra. La mancanza di lucidità poi di alcuni giocatori ha fatto il resto, rendendo il gioco pesante come il campo su cui si è disputata la gara.
Le statistiche della partita, se ben analizzate, consentono di poter dire che l’Inter sia stata tutt’altro che dominata e che forse la sconfitta sia nata più per un caso. Non si devono togliere meriti all’avversario, però la ricerca della vittoria emiliana è durata fino al gol. Il Possesso palla infatti è stato di totale dominio nerazzurro quasi con il 55%, con tiri in porta e parate identici nel numero. Molte di più invece sono state le conclusioni totali dell’Inter che certificano come sia mancata la precisione più che la costruzione. Gli errori arbitrali, se presenti o meno, sarebbero potuti essere determinati in assenza di vere occasioni da rete e qualora almeno una di queste fosse stata viziata da una decisione del direttore di gara. La strada quindi rimane comunque tracciata: è solo necessario recuperare energie, mettere minuti nelle gambe per quei giocatori aggregati da poco (fuori condizione o del tutto assenti fino a oggi) e pensare al Torino, prossimo avversario a San Siro.