(CdS) Inter squadra sbagliata: ecco i problemi che deve risolvere Spalletti

Inter, squadra sbagliata

La sconfitta di domenica sera contro il Sassuolo ha consegnato a Spalletti e ai tifosi nerazzurri una squadra completamente sbagliata. Squadra che quindi, così, non può andare da nessuna parte. Il Corriere dello Sport in edicola oggi ha provato a identificare i problemi che hanno determinato la sconfitta.

Eccoli: “Dalbert non ha ancora capito da che parte si trova, Brozovic è fuori condizione, Vecino è un ottimo giocatore per squadre di medio livello e un giocatore medio per squadre con più alte ambizioni, Lautaro è rimasto colpito e stordito da tanta aggressività degli avversari, Politano è finito subito ai margini”. Insomma, mezza squadra inadeguata, o quasi. Senza parlare di Miranda, apparso completamente spaesato e poco sicuro in più di un’occasione.

Anche Spalletti non è esente da critiche: “Fatichiamo a trovare una traccia del suo calcio in una squadra così scombinata, proprio come faticavamo nella stagione scorsa. Può darsi pure che la nostra considerazione nei confronti del tecnico, maturata dagli anni di Empoli, sia eccessiva, ma il suo timbro non c’è, non si vede”. Insomma, un fallimento su tutta la linea che però deve essere risolto in qualche modo dallo stesso tecnico nerazzurro.

L’azione che ha portato al rigore del Sassuolo, fotografa al meglio la situazione interista

C’è un esatto momento nel quale errori degli interpreti in campo e errori di Spalletti si commistionano alla perferzione e viene fuori tutta l’inadeguatezza dell’Inter versione Reggio Emilia. Ed è l’azione che ha portato al rigore fischiato in favore del Sassuolo. Ne è sicuro il Corriere dello Sport.

Ecco perché: “Quando Bourabia ha toccato la palla per Di Francesco, fra la linea difensiva e la linea di centrocampo dell’Inter c’era una distanza tale da permettere al portatore di palla di scegliere la soluzione migliore senza pressione: c’erano Boateng a sinistra lontano da De Vrij, Miranda staccato dietro, Dalbert lontano da Berardi che arrivava a destra, Borzovic già saltato. Insomma, il sistema difensivo a scatafascio. Non c’era controllo, non c’era organizzazione”. Difficile dargli torto.