(VAR) Nicchi ci dica la verità, siamo su Scherzi a parte?

VAR: gli arbitri hanno vinto, Nicchi gongola

(VAR) Il presidente dell’AIA Marcello Nicchi ha parlato stasera ai RMC Sport a proposito del VAR e dei suoi sviluppi: “Siamo contenti e soddisfatti ma non ci accontentiamo mai. Vogliamo sempre fare il centimetro in più nel perfezionamento delle cose. Il campionato si presenta interessante, difficile. C’è una co-operazione adeguata tra arbitri di A e B: se il buongiorno si vede dal mattino, sarà una bella giornata. Ora ci aspettiamo di parlarne di meno. Quanto era da recepire è stato fatto, ora c’è da implementare la collaborazione tra l’arbitro in campo e il VAR. Il primo ha la priorità. Dietro questo successo, di tutti, c’è il fatto che non ci sono più ammonizioni stupide, allenatori che si facciano cacciare… Lo stadio deve diventare una festa, un luogo dove si celebra la legalità e il rispetto. Se capita un errore va compreso: servono allegria e gente negli stadi, la ricostituzione degli organi federali e quant’altro”.

Indietro nel tempo

Nicchi ha ragione di gongolare, le ultime decisioni dell’IFAB in merito all’utilizzo del VAR riportano le lancette indietro nel tempo, fino a quando ogni decisione dell’arbitro era insindacabile. Oggi le cose non stanno più così ma sulle decisioni più delicate il concetto recentemente introdotto dall’organismo internazionale di “errore chiaro ed evidente” senza il quale il VAR non può entrare in azione, riporta tutto in mano ai fischietti. Torna il potere della classe arbitrale, scompare gran parte della trasparenza che l’aiuto tecnologico aveva apportato lo scorso anno, in una sorta di restaurazione dell’ordine costituito.

Festa? Allegria?

C’è da meravigliarsi? No di certo, con quello che sta succedendo in Italia in queste settimane in confronto questa è davvero parva materia. Nicchi e gli arbitri dunque hanno vinto. Cerchino di farlo con eleganza, evitando di voler stravincere e ci risparmino dunque le prese in giro dello stadio come luogo di legalità e di festa. Quanto all’allegria quella non manca quasi mai, ormai allo stadio si va quasi più per sorridere (eufemismo) di ciò che succederà che per tifare.
Fonte RMC Sport