Icardi, finalmente, ce l’ha fatta: dopo un lungo inseguimento, è ruscito a guadagnarsi la Champions League. Grazie ai suoi 29 gol, e grazie anche alla capocciata di Vecino che ha mandato il popolo nerazzurro in estasi. Popolo nerazzurro che ieri, dopo i sorteggi, proprio in estasi non era. Qualcuno, commentando l’esito delle palline di Montecarlo, ha detto addirittua “Maledetto Vecino”, in chiave ovviamente ironica. I tifosi possono avere “paura”, Maurito no.
Non può perché è finito nel girone di quelli come lui, quelli che vivono per il gol, quelli che ne segnano più di tutti: Messi e Kane. 34 per il fenomeno argentino, 30 per l’inglese e 29 per il capitano nerazzurro. Mica male. I due avversari però sono già a quota due in questa stagione, l’interista è fermo a 0. Uno 0 che pesa come un macigno.
Quindi non poteva esserci girone migliore per uno come Mauro, che ha tanta voglia di misurarsi a questi livelli. In oltre, per lui che ha Batistuta come idolo, realizzare il sogno di zittire il Camp Nou e ripetere le gesta del più grande centravanti argentino di tutti i tempi, sarebbe meraviglioso. Poi c’è Harry Kane, uno capace di segnare almeno 20 gol da quattro anni in Premier League. E che in Champions ha già segnato 9 gol in dieci presenze. Niente di che, dunque. A fare da quarto incomodo, il messicano Lozano del PSV, autore di 17 gol nella scorsa Eredivise.
Icardi, al momento, ha incantato in Italia con i suoi gol, al massimo su qualche campetto in giro per l’Europa, sottolinea la Gazzetta dello Sport. Ora è tempo di prendere la patente europea. E non quella che serve per utilizzare i pc, quella che ti viene consegnata se ti consacri ad alti livelli.
Antonello e Zanetti, intervenuti ieri a margine dei sorteggi, non hanno dubbi: «Siamo l’Inter, vogliamo dimostrare di meritare di essere qui». Ecco, più o meno la stessa cosa che deve fare Icardi.