L’Inter si sta avvicinando sempre più alla sfida di sabato pomeriggio contro il Parma e, la Gazzetta dello Sport, come di consueto, ha intervistato un ex delle due squadre. Questa volta è toccato a Sebastian Frey, numero 1 francese con un passato sia a Milano che in Emilia. La prima domanda è stata “Con quale squadra giocheresti oggi?”, la risposta di Frey è stata sorprendente: «Coi nerazzurri ho passato momenti bellissimi, anche se complicati. Il Parma? Anni stupendi, lì ho dimostrato di essere un portiere vero. Quindi? Inter: a San Siro da avversari si fa una fatica bestiale».
Poi un pensiero sul crac Parmalat e sui più recenti risvolti societari che hanno costretto il Parma a ripartire dalla Serie D: «Fu terribile. I recenti casini, poi, sono stati figli della negligenza e della sciocchezza individuale. Veder affondare il Parma è stato tristissimo, poterlo riabbracciare in serie A porta un pensiero soltanto: quello è il suo posto. Spero che con gli anni possa rivedere l’Europa…».
Alla consueta domanda su Cristiano Ronaldo, Seba ha risposto spiazzando tutti: «Ma i bambini di oggi non sanno chi era il Ronaldo vero? Sto cercando di spiegarlo anche a mio figlio. In quel ‘98 l’Inter aveva i giocatori più forti del pianeta. Il Fenomeno ha cambiato il calcio, ha scombussolato una generazione, è stato il primo giocatore completo e nessuno è più stato come lui. Io non ho mai visto da altri le cose fatte da Ronie. CR7 oggi è un top, Ronaldo era un gradino sopra. Umanamente, poi, uno spettacolo: faceva sempre il regalo di Natale a tutti, magazzinieri compresi».
Frey non ha dubbi: l’Inter è l’anti-Juve. Perché? Semplice, per il mercato straordinario e, soprattutto, per l’acquisto di Nainggolan, definito “un acquistone”. Poi un pensiero su Handanovic, definito “una certezza”. Sui suoi sbagli, ha risposto così: «A volte sbaglia per generosità ma è uno che sa rischiare. Se negli ultimi 4 anni non ci fosse stato, dove sarebbe l’Inter?».
Infine, ha svelato un retroscena su Massimo Moratti, colui che lo ha portato in nerazzurro: «Ho ancora il suo cappotto. Me lo regalò il giorno in cui firmai: ero arrivato con mio padre da Nizza ed ero vestito leggero. Andai a vedere una gara a San Siro, rischiai il congelamento».