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“Il Var così non ha senso”. Luca Marelli, ex arbitro, è molto seguito sul web, specie per le analisi sulle singole partite della Serie A. Ieri però sono arrivate dure parole dopo le sviste clamorose di Manganiello in Inter Parma.
Queste le sue parole: “Tendo sempre a difendere gli arbitri, soprattutto per un concetto di appartenenza (difficile da comprendere per chi non abbia mai indossato la divisa ed impossibile da spiegare).
Ma ci sono alcune giornate in cui sarebbe comico prendere le parti di ragazzi che sento come miei colleghi. E tali riterrò sebbene associati poco intelligenti continuino, a distanza di quasi dieci anni, a pensarmi come un nemico giurato. Problemi loro, sia chiaro: le persone stupide mi interessano pochino. Anzi: meno”.
“Manganiello ha diretto la gara di San Siro in modo pessimo: tante scelte incomprensibili, enorme confusione a livello tecnico e disciplinare, troppi errori anche comportamentali, sempre all’inseguimento della partita.
Una prestazione da dimenticare in fretta, il classico incidente di percorso che può capitare a chiunque e dal quale si può ripartire con ancor maggiori motivazioni. Se il giovane piemontese saprà “far tesoro” delle scelte sbagliate assunte in campo. Se dovessi soffermarmi su tutti gli episodi, impiegherei un paio di giorni, pertanto mi soffermerò solo sugli episodi principali”.
“Il contrasto di Gagliardini su Di Gaudio è senza dubbio da ascrivere alla categoria dei falli gravi di gioco: velocità elevata, pallone non più giocabile, gamba destra del centrocampista altissima, contatto molto pericoloso per l’incolumità dell’avversario.
Il cartellino rosso è l’unica ipotesi plausibile. Manganiello, incredibilmente, non fischia nemmeno il fallo. Lasciando proseguire il gioco che verrà interrotto dai giocatori dell’Inter che metteranno successivamente il pallone oltre la linea laterale”.
Al minuto 24 contrasto ruvido a centrocampo tra Stulac e Gagliardini. Manganiello questa volta si accorge del fallo commesso ed ammonisce il giocatore del Parma: Il posizionamento è perfetto, così come quello del quarto ufficiale. Difficile comprendere, al contrario, il motivo per cui l’arbitro abbia optato per il cartellino giallo: A differenza del precedente episodio (Gagliardini su Di Gaudio) la gamba di Stulac non è sollevata da terra ma ciò conta molto relativamente. Dato che sono presenti tutti i parametri necessari per qualificare il tackle nella categoria del fallo grave di gioco: pallone già ampiamente lontano, velocità, piede a martello, ginocchio teso.
Meno difficile comprendere il motivo per cui il VAR non sia intervenuto: torniamo, ancora una volta, alla lettura molto restrittiva del protocollo, così come imposta dall’IFAB. Il concetto che dobbiamo tener presente è sempre lo stesso: l’arbitro ha visto, ha valutato, ha deciso. Con l’interpretazione corrente il VAR è impossibilitato a chiamare l’arbitro ad “on field review” per non entrare minimamente nella sfera soggettiva del direttore di gara.
Lo ripeto per l’ennesima volta: di fronte ad interventi del genere il VAR deve intervenire e non esiste spiegazione logica che possa inibire la correzione di scelte oggettivamente erronee.
Personalmente credo che questa visione verrà modificata nel volgere di poco tempo. Il rischio concreto, come scritto in passato, è che una lettura così stringente genererà polemiche infinite per ogni giornata di campionato”.
“La prima immagine NON corrisponde al momento del tocco di Dimarco ma serve ad evidenziare un particolare fondamentale per giudicare la punibilità o meno: il braccio del difensore parmense è in posizione molto distaccata dalla figura. Tale aspetto rende chiaro il corollario: il tocco di braccio di Dimarco andava punito con un calcio di rigore a favore dell’Inter.
Errore grave di Manganiello? Forse qualcuno rimarrà stupito ma Manganiello ha solo una colpa in questo caso: essere stato troppo passivo tatticamente. Come vediamo dalla prima immagine, al momento del tocco di braccio l’arbitro è quasi fermo e completamente impallato da due giocatori del Parma.
Notato questo particolare, l’episodio gli sarebbe sfuggito anche senza la presenza dei due difendenti davanti alla sua visuale. Al momento del tocco, il braccio di Dimarco è del tutto coperto dal corpo dello stesso giocatore, di fatto rendendo invisibile l’irregolarità. Anche l’assistente può essere assolto: troppo lontano (circa 25 metri) per poter avere certezze non solo sul tocco in sé ma, soprattutto, sulla punibilità.
Il non intervento del VAR Rocchi è un errore. Si tratta di calcio di rigore, indiscutibile.
Sono pronto a scommettere che qualcuno tenterà la ricostruzione da scienziato: “il pallone ha prima toccato la coscia e poi il braccio“. Se anche fosse vero, il tocco di gomito di Dimarco sarebbe stato ugualmente punibile perché, come già ripetuto in varie circostanze, il precedente tocco con altra parte del corpo è solo UNO degli elementi da considerare. Ma la sussistenza dello stesso non è dirimente per la punibilità del tocco di mano.
Nel caso specifico la posizione del braccio (del tutto inconferente col gesto atletico) avrebbe portato alla punibilità nonostante un eventuale contatto precedente sulla coscia (che, in ogni caso, non esiste). Sanzione disciplinare?
Sfatiamo un’altra leggenda metropolitana: non esiste automatismo “fallo di mano=ammonizione”. Come ormai molti avranno capito, il fallo di mano deve essere punito disciplinarmente solo ed esclusivamente nel caso in cui interrompa un’azione potenzialmente pericolosa (SPA) od impedisca il concretizzarsi di una chiara occasione da rete (DOGSO).
Nel caso specifico il pallone era destinato ad uscire a fondo campo. Impossibile da raggiungere per un qualsiasi giocatore dell’Inter. Per tal motivo la scelta corretta avrebbe dovuto essere calcio di rigore e NESSUNA sanzione disciplinare.
Al minuto 80 il Parma trova la rete della vittoria con una splendida segnatura di Dimarco. Un tiro da oltre 30 metri. Sul momento nessuno si è accorto di un qualsivoglia elemento di dubbio sulla regolarità della segnatura e solo dopo la gara è emerso un particolare di non banale interpretazione:
Nel momento in cui il pallone viene calciato da Dimarco, ben due calciatori del Parma si trovano in posizione di fuorigioco (evidenziati col rettangolo rosso): posizione punibile o no?
Poco importa (rectius: non importa per nulla) che il portiere fosse in grado o meno di parare il tiro.
Nella circostanza, come possiamo ben notare dal fermo immagine, entrambi i calciatori si trovano sulla linea di visione di Handanovic. Che, non a caso, parte nettamente in ritardo sul tiro e non abbozza nemmeno la parata.
Tiro imparabile? Può essere. Anzi, personalmente ne sono quasi certo ma ciò non toglie che, regolamento alla mano, la rete avrebbe dovuto essere annullata.
Fonte: lucamarelli.it