L’Inter si sta avvicinando a grandi passi verso l’esordio in Champions League di questa sera contro il Tottenham e, per celebrare questo ritorno nella massima competizione europea per club, la Gazzetta dello Sport ha voluto sentire un ex interista non proprio qualunque e, tra le altre cose, anche ex dei londinesi. Stiamo parlando, ovviamente, di Nicola Berti.
Da giocatore era un centrocampista dinamico, dotato di grande corsa e di grande tecnica. La sua pecca era la tattica, faticava un po’ a trovare il posto giusto in campo, ma quando partiva in progressione erano dolori per tutti. Un po’ come fa oggi Radja Nainggolan, nerazzurro nel quale “Nicolino” si rivede: «Nainggolan, per forza: un po’ di pazzia ci vuole. Io ero ancora più matto, più disordinato, lui ha più tecnica ed è, diciamo così, più metodico, nella libertà che Spalletti gli dà, anzi gli deve dare. Io invece la libertà me la prendevo».
Un pensiero poi sul vero spauracchio che i nerazzurri devono affrontare oggi, Harry Kane: «E’ forte fisicamente, corre, appoggia, tira, ha testa in tutti i sensi e ignoranza in senso buono. Non lo tiri mai giù, un po’ mi ricorda Ibrahimovic: tecnicamente inferiore, ma più uomo squadra. Non è nel suo momento migliore: speriamo duri un altro po’».
Berti ha molta fiducia in questa Inter, nonostante l’inizio shock: «Ce la giochiamo. Anzi, dico di più: Tottenham più esperto, perché negli ultimi anni la Champions l’hanno fatta loro, e Inter leggermente più forte. E dico ancora di più: potrebbe essere un’Inter nata per essere più forte in Champions che in campionato».
Infine, Berti ha raccontato quasi sono, secondo lui, i motivi per i quali credere nei ragazzi di mister Spalletti: «Sono almeno quattro. Uno: è metà settembre, la condizione e dunque il ritmo migliorano anche da una partita all’altra. Due: la crescita dei croati, anche grazie al Mondiale, ci può dare più internazionalità. Tre: finora Spalletti, che per un bel po’ non ha avuto a disposizione Nainggolan, non si è sentito del tutto “libero”, ma secondo me ha in ballo altre soluzioni tattiche. Compresa la difesa a tre, certo. Chi non ci penserebbe, con quei tre là dietro? Quattro: quelle soluzioni può alternarle anche in corsa, perché ha molti giocatori che chiamerei universali».