Carlo Tavecchio, ex presidente della FIGC, oggi disoccupato in quanto è stato individuato dai vertici del calcio italiano come uno dei due responsabili della clamorosa mancata qualificazione ai recenti mondiali di Russia, ha rilasciato una cospicua intervista al Corriere dello Sport. Un’intervista che vuole analizzare a tutto tondo i difetti del calcio italiano
Ma anche un’intervista che vuole denunciare il “torbido” mondo del pallone italiano. Un mondo nel quale non è possibile ridurre le squadre partecipanti ai vari campionati a causa dell’ingerenza anche della Chiesa. Insomma, il Medioevo 2.0, ma di questo c’eravamo già accorti a causa di molte altre cose che accadono nel nostro Paese.
«Il presente è un calcio dormiente. E irregolare. Un calcio che il 31 maggio indicò alle società che avevano disputato i playoff le modalità per i ripescaggi, versamenti, gli 800mila euro, graduatorie e altro. E il 13 agosto, due mesi e mezzo dopo, spiegò che aveva scherzato, che non se ne faceva niente, calpestando tutte le norme. Assurdo. Ero già pronto a modificare i campionati per renderli sostenibili, ma ci sarebbe stato un problema». Il problema lo vediamo dopo, ed è allucinante, ma intanto queste sono le parole dell’ex presidente della FIGC in merito al caos che sta vivendo il campionato di serie B.
Tavecchio, nel corso del prosieguo della sua intervista, ha rilasciato altre dichiarazioni importantissime. Ha parlato prima di un problema che sarebbe sorto qualora avesse deciso di ridurre le squadre presenti nei campionati professionistici. Ebbene, eccolo: «Premesso che due di A non rinuncerebbero mai alla categoria, le racconto dell’onorevole che si muove per tutelare l’elettorato di riferimento, e poi c’è il sindaco di questa o quella città che non accetta la retrocessione, e il rappresentante della Chiesa che pensa ai suoi fedeli appassionati».
«Un giro di raccomandazioni, che a volte diventano obblighi» vergognoso che, secondo Tavecchio, frena il processo di rinascita del calcio italiano. Ma non finisce qui, perché ne ha per tutti. Ne ha per la giustizia sportiva – «Hanno un’idea quelli lì di cosa sia il calcio?» – passando per le scommesse, altro problema che affligge il calcio nostrano.