(Inter News) Il ricordo di quell’urlo che spaccava le TV al gol di Vecino contro il Tottenham è ancora fresco nel ricordo di tutti. Lele Adani con l’entusiasmo di quel momento magico si è ritagliato una presenza importante nella storia delle telecronache calcistiche, anche a dispetto di tanti suoi colleghi giornalisti che lo hanno pesantemente criticato.
Oggi Adani è tornato su quelle polemiche, per rispondere ai tifosi che lo hanno insultato ma, soprattutto, ai giornalisti . Intervistato ai microfoni di Fuorigioco, inserto de La Gazzetta dello Sport, ha detto: “Al gol di Vecino avrei voluto che San Siro potesse contenere 64 milioni di italiani perché tutti godessero della magia del calcio. Infatti assolvo quelli che dopo mi hanno insultato, perché sono tifosi delle altre squadre che avrebbero voluto vivere un’emozione simile. La loro protesta era un grido d’amore per il calcio. Gli addetti ai lavori che invece hanno scritto contro sono dei deboli di spirito e mi spiace per loro che non abbiano il sacro fuoco. L’emozione non ha colori né bandiere. Avrei urlato così per qualsiasi altra squadra”.
Poi Adani si è addentrato nella spiegazione del vero significato della garra charrua ricordando che l’Uruguay, piccolo come una regione italiana, ha trionfato in due mondiali e due Olimpiadi. E’ un miracolo del calcio mondiale ed è dovuto proprio alla “garra” l’artiglio che graffia gli avversari ed alla charrua, la discendenza da una tribù indigenza costretta a lottare per la sopravvivenza contro i colonizzatori.
(Fonte Gazzetta.it)