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E’ già derby: un nerazzurro a caccia del goal, Gattuso ha un punto fermo

Keita e Kessie è già Derby a Milano

L’Inter punta tutto su Keità mentre il Milan di Gattuso si affida a Kessie il suo punto di forza.

All’appello, adesso, manca soltanto lui. Keita Balde è l’ultimo arrivato in nerazzurro ed è anche l’unica «bocca di fuoco » di Luciano Spalletti ancora a secco.

Cosa che, nell’anno della cooperativa Inter del gol, dove gli ultimi dei 10 già finiti nel tabellino marcatori sono stati Lautaro e Politano (con il Cagliari), suona effettivamente un po’ strana.

Keità dovrà garantire varie soluzioni in attacco

Il senegalese nato in Spagna è stato preso per garantire più soluzioni in attacco, ma finora non ha fatto vedere tutto il potenziale, giocando più da nove che da esterno.

Spalletti, comunque, continua ad avere fiducia in lui: «Mi è piaciuto moltissimo soprattutto l’altra sera a Eindhoven quando ha fatto i complimenti ai suoi compagni. Se loro hanno fatto una grande partita è merito anche di quelli che non hanno giocato.

Lui ha giocato un po’ meno, ma quando l’ho chiamato in causa ha fatto la sua parte, ha fatto vedere che ci si può fidare di lui. Con la Spal è possibile che giochi da ala».

Keita ha messo insieme 206 minuti in A, due volte è stato titolare al centro dell’attacco al posto di Maurito Icardi (contro Bologna e Parma) e oggi a Ferrara l’ex Lazio avrà una nuova chance. E finalmente la avrà sulla fascia sinistra, il suo terreno di caccia abituale.

Keità con la Spal dovrà sfruttare la sua occasione

Ecco perché ritrovare la fascia sinistra stasera contro lo Spal potrebbe essere la medicina giusta per ridare ossigeno ai suoi numeri (finora per lui solo 6 tiri, di cui uno nello specchio): Keita farà reparto con Nainggolan e Candreva (in vantaggio su Perisic) e sarà un importante jolly alle spalle di Maurito.

Servirà ritrovare la velocità che l’ha fatto conoscere, servirà saltare l’uomo come ha dimostrato di saper fare, servirà una serata decisamente migliore delle ultime per poter guadagnare punti, magari anche segnando. Beh, una cosa è certa: la cooperativa del gol Inter adesso aspetta soltanto lui.

Kessie punto fermo per Gattuso

Da quando è sbarcato a Milanello, il centrocampista col 79 sulle spalle ha giocato – sempre da titolare – 43 delle 44 partite di campionato disponibili saltandone solo una, e naturalmente non per scelta tecnica: quel 18 febbraio contro la Sampdoria, l’insostituibile era fuori per squalifica.

Che ritmo Kessie

Kessie è stato un punto fermo pressoché per chiunque lo abbia allenato, da Drago, che al Cesena lo spostò dalla difesa al centrocampo, a Gasperini e Montella. Non ha fatto ovviamente eccezioni Gattuso, che non ha mai nascosto di nutrire grandi aspettative per il ragazzo.

Tecnicamente, perché «è più forte di me e ha 78 gol nelle gambe a stagione », tatticamente, visto che «nel repertorio ha inserimenti e grande qualità in fase di costruzione » e fisicamente: «È un animale, potrebbe giocare per tre giorni di fila».

Una forzatura usata dal tecnico calabrese per rendere l’idea, ma che a guardare i numeri non è poi così lontana dalla realtà: con 3.796 minuti giocati dal 201718 a oggi, l’ivoriano è il rossonero dimovimento più utilizzato in campionato davanti a Ricardo Rodriguez (3.436) e Suso (3.383).

Un fenomeno da Clonare

L’eventualità di dover rinunciare a Kessie non è contemplata, insomma, ma Rino questa estate si è voluto tutelare per non correre rischi: nell’agenda di mercato l’acquisto di una mezzala muscolare in grado di far rifiatare Franck era ben evidenziato.

Il prescelto Bakayoko, ingaggiato in prestito dal Chelsea anche per le doti «alla Kessie», in questi primi tempi sta faticando parecchio e forse a pesare per Timù è anche il paragone con il compagno, cui tifosi e addetti ai lavori lo sottopongono inevitabilmente.

A 21 anni, Kessie ha personalità, forza e qualità a sufficienza per vestire i panni della certezza nel centrocampo gattusiano.

In più, offre una duttilità difficilmente rintracciabile nella maggior parte dei colleghi di reparto di A: sa riconquistare palloni «sporchi» ma anche ripulirli per i compagni, conosce alla perfezione movimenti e automatismi della catena di destra.

Dopo sei partite di campionato i gol sono già due, alla Roma di destro e al Sassuolo col mancino da fuori area, a suggellare una sgroppata di una sessantina di metri che ha ricordato quelle di Gervinho.