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La prima partita del Cristiano Ronaldo accusato di stupro inizia con un bambino che, durante il riscaldamento, invade il campo e gli strappa un autografo sulla sua figurina.
Le lacrime del bambino che guarda il suo cimelio vanno oltre tutto. Per ora i bambini non hanno ancora smesso di sognare con il loro eroe, anche se gli sponsor hanno già iniziato a toglierlo dalle loro copertine.
E se la Juventus su Twitter non aveva azzeccato la difesa del colpo del secolo, ci pensa mamma Maria Dolores: «Auguri per te e la tua squadra perché insieme siamo più forti». Verrebbe da dire imbattibili.
Perché la Juventus a Udine infila la decima vittoria di fila, l’ottava in campionato. Padrona assoluta, quella capacità insita di rendere facili le cose difficili. Perché non era una partita normale.
Non per l’avversario o per il campo insidioso anche se amico, cinque sconfitte per la Signora in 45 precedenti compreso ieri, ma per lo tsunami del presunto scandalo sessuale di Cristiano Ronaldo. Il quale dopo aver risposto sui social («Lo stupro è un crimine abominevole che contrasta tutto ciò che sono e in cui credo»), quelle sì parole a suo modo incisive, parla ancora una volta sul campo.
Un sinistro chirurgico quanto potente per il due a zero, quarto gol in campionato dopo che Bentancur gli aveva tolto da sotto il naso la rete del vantaggio.
Dal Nevada, gli avvocati dell’accusa parlano di prove, verbali e vestiti di Kathryn Mayorga, la donna che lo accusa, smarriti dalla polizia americana. Mentre David Chesnoff, il super avvocato di Cristiano Ronaldo si è limitato: «Il mio assistito smentisce categoricamente le accuse. Abbiamo piena fiducia nel sistema giudiziario».
Invece Afp fa riferimento a una non meglio richiesta danni di 200mila dollari da parte degli avvocati dell’ex modella. Certo ci vorrà ben altro al portoghese per mettersi alle spalle queste accuse. Intanto sa di avere la Juventus al suo fianco, l’ha ribadito il nuovo responsabile dell’area sport, Fabio Paratici, alla prima uscita del post Marotta.
Ma soprattutto i compagni, che l’hanno sommerso di abbracci dopo il gol come fosse il primo. E non solo perché di fatto il suo gol ha permesso alla squadra di obbedire a Massimiliano Allegri e di trascorrere una «sosta tranquilla». Proverà ad esserlo anche per CR7, lui non è sembrato destabilizzato in campo dalle accuse, come magari sperano gli avversari. Concentrata lo è stata la Juventus dall’inizio alla fine.
A partire da Dybala che dopo le panchine ha capito come fare per essere titolare: lottare su ogni pallone. Con cattiveria. Quella che gli ha permesso di vincere il contrasto di forza con Fofana e avviare l’azione del vantaggio. Oppure andando a sradicare il pallone a un avversario spegnendo sul nascere una possibile ripartenza dell’Udinese.
Il resto l’ha fatto la tecnica e la corsa di un Cancelo travolgente, un assist e una traversa, e le solite sportellate di Mandzukic, suo il passaggio a Cristiano Ronaldo per il raddoppio. Per il resto solo il ritrovato Scuffet ha impedito che il risultato si trasformasse in goleada.
Troppo poco per i friulani il palo esterno di Barak e il salvataggio sulla linea di Alex Sandro dopo il tiro in mischia di Lasagna. Così Massimilano Allegri eguaglia con otto vittorie di fila il record di Giovanni Trapattoni nella stagione ’85-86. Per una notte a più nove sul Napoli. Ma non può bastare per spegnere i tormenti di Cristiano Ronaldo.
Allegri dice di averlo visto sereno. Se così fosse, sarebbe davvero un marziano. Per ora ha ragione mamma Maria Dolores: «Uniti si è più forti».