Extra Inter, doveva essere una serata di festa per Sean Cox, ma il 24 aprile scorso si è trasformata in tragedia. Era la serata di Liverpool-Roma, semifinale di andata della Champions League 2018/2019. Cox, tifoso dei Reds, si preparava a vedere la sua squadra del cuore, nel tempio di ‘Anfield Road’, per una notte storica.
Invece, quella sera, Cox ha subito la brutale aggressione da parte di alcuni ultras giallorossi. Il tifoso irlandese è rimasto a terra. Trasportato in ospedale, ha riportato gravi danni cerebrali. Da quel momento, per la sua famiglia è iniziato un calvario.
A distanza di quasi sei mesi, la situazione di Sean Cox è drammatica. La moglie Martina ha parlato al quotidiano irlandese Independent, raccontando il terribile periodo che sta passando. Da quella sera, è iniziata una nuova partita per Sean, la partita della vita.
Il recupero è lungo e complicato, ma il tifoso del Liverpool sta mettendo tutta la sua forza per arrivare al traguardo. La moglie ha raccontato: “In estate i primi miglioramenti. Sean ha iniziato a muovare la mano, il braccio destro e la gamba destra. Piccoli miglioramenti per la speranza”. Continua la signora Cox: “Può sollevare il braccio destro. È debole, ma può sollevarlo, può tenere una palla, se gli diamo il telefono e se guarda le foto riesce a sfogliarle, sa cosa fare, ironicamente è mancino, la sua forza è nel braccio sinistro, ma il braccio destro è diventato la cosa principale, ovviamente fa tutto con il braccio destro, la gamba destra ora è attiva, può spostarla su e giù, la gamba sinistra è probabilmente il problema principale. Non sta seduto, può alzarsi un po’. Quando cerca di stare in piedi, spinge solo con la gamba destra. La gamba sinistra è un problema, a causa della lesione alla parte destra del cervello”.
La signora Cox conclude l’intervista parlando delle gravi lesioni presenti nel cervelloo. Ecco le sue parole: “Dicono che il cervello è la cosa più complessa e il recupero può durare fino a due anni, quindi non lo sai. Speriamo solo di avere uno Sean simile al passato. Non sto dicendo che accetterebbe qualsiasi cosa, ma se potesse parlare e avere un po ‘di mobilità sarei felice, i bambini lo vogliono solo a casa, non lo vogliono in ospedale per il resto della sua vita”.
Continua Martina: “Dicono che non tornerà mai più la stessa persona, ma ovviamente proveremo a spingerlo, vogliamo che Sean torni come meglio possiamo, faremo tutto quello che si potrà per cercare di farlo stare bene”. Una situazione drammatica, difficile e complessa. Sean Cox continua la sua partita per tornare a vivere insieme alla sua famiglia.