E’ arrivato in sordina a inizio estate, quando i tifosi dell’Inter si aspettavano forse acquisti più di prestigio. E in sordina ha cominciato la sua avventura nerazzurra, complice il pessimo inizio di stagione della squadra allenata da mister Spalletti. Poi è suonata la sveglia, con la meravigliosa vittoria contro il Tottenham a San Siro, partita che di fatto ha svoltato la stagione nerazzurra e, di conseguenza, quella del folletto ex Sassuolo.
Da lì, infatti, è iniziata la parabola ascendente di Matteo Politano con la maglia nerazzurra addosso: dribbling, assist al bacio e il primo gol arrivato contro il Cagliari. Spalletti, d’altra parte, l’ha voluto per questo, per dare imprevedibilità all’attacco interista e per rinforzare il gioco sulle fasce offensive. Perisic e Candreva erano troppo centrocampisti più che attaccanti, quindi serviva un volto nuovo.
Ne sono arrivati due, Politano appunto, e Keita. Il senegalese però deve ancora ingranare, tra le poche occasioni ricevute da mister Spalletti e le prestazioni opache quando è sceso in campo. L’ex Monaco però ha più di qualche attenuante: non ha quasi mai giocato nel suo ruolo naturale (esterno sinistro o seconda punta) e, come già detto, ha giocato pochissimo. Il tempo probabilmente gli darà ragione, ma ora c’è Politano in pole per ogni partita, poi vengono tutti gli altri.
La buona stagione di Politano all’Inter si evince anche dai numeri che l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport ha pubblicato. E’ il secondo per tiri tentati, dietro a Perisic; il primo per assist insieme a Icardi e lo stesso attaccante esterno croato; è il primo per occasioni create sempre in coabitazione con il 44 nerazzurro; è secondo per cross su azione e dribbling riusciti; è terzo per i tocchi in area avversaria.
L’unica pecca della stagione di Politano sono i palloni persi, già 150 in questo inizio di stagione. Un numero elevato che giocoforza deve progressivamente appiattirsi per rendere migliore e decisamente più efficace il suo gioco.