Inter del Triplete a Trento, Moratti: “Ecco quando m’innamorai di Mourinho”
Le parole dei protagonisti dell’Inter del 2010 a Trento
L’Inter 2009-2010 è protagonista al Festival dello Sport di Trento. Presso il Teatro Sociale della città trentina, si celebra, alla presenza di alcuni dei protagonisti di quell’annata straordinaria, un’impresa incredibile. Queste alcune delle parole degli invitati.
Moratti su Mourinho: “La ragione per cui mi è rimasto sempre in mente fu non per la Champions vinta col Porto o i risultati col Chelsea, ma per un’intervista di due anni prima, dopo una semifinale di andata di Champions a La Coruna. Gli chiedono della partita e lui rispose: ‘Io sto pensando alla finale’. Lì dissi che era un grandissimo”.
Inter-Chelsea 2-1. Milito: “La sterzata? Cercavo sempre di farla, a volte riusciva a volte no. Ma quella volta è venuta bene, soprattutto è stato un gol importante in un ottavo di finale Champions contro una grande squadra”. Zanetti: “Chelsea-Inter la partita della consapevolezza? E’ stato un altro grande segnale da parte nostra, sapevamo le difficoltà della gara di Londra. Ma lì è stato bravo Mourinho a trasmetterci sicurezza”.
Paolo Orlandoni prende la parola per ricordare quanto avvenne dopo la sconfitta di Catania: “Fu dura da digerire per molti di noi, Mourinho ce ne disse parecchie e lui era uno che non te le mandava a dire. E’ servito per la bella sterzata di dopo”. Materazzi aggiunge: “Lì penso di aver capito l’intelligenza profonda di Toldo: lo shampoo partì proprio da lui, che era in panchina. Gli disse che era cambiato da due mesi e che non era colpa sua se sarebbe arrivato l’anno dopo Castellazzi. E lui disse: ‘Ha ragione, mister’… A Londra era un clima da ‘o la va o la spacca’, anche per la storia di Mario Balotelli, il nostro fratellino, che andò a pranzo con Raiola. Ma eravamo più forti anche di quello”.
Zanetti parla degli stop di aprile: “Paura di perdere lo scudetto? No, sapevamo della nostra forza e dovevamo fare il possibile per vincere tutte le partite che mancavano. Non era semplice, la Roma era un grandissimo avversario. Io ricordo però un’immagine del match contro la Roma, quando passando davanti al loro spogliatoio sentii qualcuno dire che mancava solo la vittoria nel derby con la Lazio per vincere lo scudetto. L’umiltà e la voglia di vincere ci hanno però permesso di portare questi risultati”.