Home » Il derby dei Deb: Nainggolan sogna di raggiungere Milito

Il derby dei Deb: Nainggolan sogna di raggiungere Milito

Una settimana alla partita dell’anno

La Gazzetta dello Sport, in edicola stamane, apre con un conto alla rovescia al derby di Milano. “Sette giorni al derby. E sette notti che si annunciano lunghissime, soprattutto per chi vivrà per la prima volta da protagonista la stracittadina di Milano. E fa nulla se si tratta di campioni affermati con esperienza internazionale. Il derby è sempre il derby, una partita «da vincere e basta » per dirla alla Diego Milito.

Ecco, il Principe torna sempre buono per qualsiasi occasione. Della sua straordinaria carriera all’Inter Milito ha segnato un piccolo record anche per quel che riguarda il derby di Milano: l’argentino è infatti stato l’unico giocatore dal 2000 ad oggi a debuttare nella sfida più attesa con un gol e un assist”.

Nainggolan vuole raggiungere Milito

Il quotidiano milanese, prosegue: “Era il 29 agosto 2009, seconda giornata di campionato di quella che poi diventerà la stagione della Leggenda nerazzurra, chiusa col Triplete. E quel giorno fu anche la prima partita assoluta nell’Inter di Wesley Sneijder, appena prelevato dal Real Madrid, che conquistò San Siro con una prestazione fenomenale malgrado i pochi giorni di allenamento con la squadra. Milito e Sneijder furono gli eroi della partita (40), al primo passo insieme di un cammino poi diventato storia.

Ma nove anni dopo l’Inter cerca nuovi eroi in vista del derby. Ed è probabile che ci sarà la prima volta per almeno cinque giocatori di Spalletti. Difficile infatti pensare a un’Inter domenica in campo
senza De Vrij e Asamoah dietro, Nainggolan e Politano sulla trequarti, giocatori fin qui quasi sempre utilizzati dal tecnico toscano e comunque a loro modo nuovi titolarissimi nerazzurri. Poi chissà che anche Vrsaljko (oggi in ballottaggio con D’Ambrosio), Keita e Lautaro non possano trovare spazio dall’inizio o a gara in corso. Per tutti, comunque, ci sarà un modello da seguire, che è lì a pochi passi e vive nello stesso spogliatoio.

Antonio Candreva è l’ultimo che «ce l’ha fatta», ma anche l’unico dell’attuale rosa ad aver segnato al primo derby, quasi due anni fa: era il 20 novembre del 2016, finì 22 e Candreva trovò il primo pareggio della serata, prima di quello definitivo griffato da Perisic. Nelle ultime diciotto stagioni di A, soltanto otto i giocatori nerazzurri hanno trovato il gol al primo incrocio contro il Milan. Oltre a  Candreva e Milito, la lista comprende nomi prestigiosi come Ibrahimovic o Crespo, o eroi del Triplete come Stankovic, Thiago Motta o Pandev. Ma anche un improbabile e sorprendente Ezequiel Schelotto. Insomma, al «Re per una notte» c’è posto per tutti”.

Milito: gol e assist al derby

La rosea scrive: “E anche un assist è assai gradito: qui di recente – oltre al solito Milito – solo Maicon e Gagliardini sono stati meritevoli della medaglia al petto. E chissà che il prossimo non possa essere Politano, autore di due rifiniture vincenti in queste prime otto giornate.

Lui in carriere le stracittadine vere le ha vissute soltanto ai tempi delle giovanili della Roma, decidendone qualcuna. Chi invece ha un ricordo negativo del primo derby a Roma è Nainggolan, rimasto in panchina per 90’ nel febbraio 2014. Il primo col Ninja titolare fu l’11 gennaio 2015: 22, col belga in campo solo 45’ (e ammonito) nel giorno del debutto – ma con la maglia della Lazio – anche di Stefan de Vrij.

Alla fine Nainggolan ha realizzato due reti nei derby romani, servendo un assist a Gervinho con la fascia di capitano al braccio nella prima vittoria sulla Lazio (2-0 l’8 novembre 2015). Volete un protagonista inatteso? Occhio allora a Kwadwo Asamoah: sette presenze nei derby contro il Toro ai tempi della Juve (quattro da titolare), con un bilancio di 5 vittorie e due pareggi. Ma soprattutto, il Milan è la squadra contro cui ha giocato più volte il ghanese in Italia, Coppa Italia compresa: 16 partite, undici vittorie e appena due sconfitte. Numeri del passato, certo. Ma in un mondo dove la scaramanzia vuole la sua parte, è impossibile non tenerne conto”.

Fonte: La Gazzetta dello Sport