Nainggolan è un leader in campo, uno dei giocatori che ha permesso all’Inter di fare il tanto agognato salto di qualità. Certo, è ancora presto per dare dei giudizi, ma tenendo conto dell’infortunio che l’ha colpito, e del momento in cui arrivato, è facile pensare che the best is yet to come, che il meglio deve ancora venire.
L’ha dichiarato lo stesso belga alla Gazzetta dello Sport che l’ha intervistato. Ecco le sue parole: «So cosa vuole Spalletti da me. Ho pagato l’infortunio, ma sto arrivando al massimo, manca poco». Un grido di battaglia che prima di partite come il derby fa sempre bene. A proposito della sfida di domenica contro il Milan: «Noi abbiamo tanti giocatori di livello più alto. Però ho visto il Milan delle ultime partite e mi sono fatto l’idea di una squadra forte forte, che ci farà sudare».
Un pensiero sulle differenze tra la stracittadina romana e quella milanese: «Qui qualche tifoso mi ferma: “Oh, mi raccomando domenica”. Però è tutto più tranquillo. Lì c’erano compagni romani che mi caricavano di continuo. E se perdevi, te lo ricordavano pure due mesi dopo… Ora Spalletti mi ripete di continuo che le due gare con il Milan valgono un campionato a parte. E sono sicuro che allo stadio il boato sarà impressionante». Su chi sceglierebbe tra Higuain e Icardi, non ha nessun dubbio: «Il Pipita gira di più per il campo e con i compagni. Ma io mi tengo Mauro, uno che se ha mezza palla in area fa gol, vive per quello».
Nainggolan e Spalletti hanno un rapporto speciale, un rapporto che potrebbe essere paragonato a quelli tra padre e figlio. Ci sono diversi fatti che lo testimoniano, quello più eclatante è quando fece dormire Radja a Trigoria per proteggerlo da giornalisti e curiosi sempre pronti ad attaccarlo. Ecco la versione dei fatti del Ninja: «Un giorno mi prese da parte e mi disse: “Qui c’è da cambiare qualcosa.Ti voglio proteggere, ora dormi 4-5 giorni nel centro sportivo”. E io: “Va bene,accetto”. Arrivai in ritiro e lui era presente. Rimasi colpito, mi fece piacere: aveva rinunciato al suo tempo libero per stare con me. Lui sa come prendermi. Sì, ho i miei lati negativi, faccio ragionamenti particolari dovuti al mio passato. Ma mi piace vivere sempre al massimo».
Infine, una bordata nei confronti del suo ex club: «Qui ho trovato una società molto preparata, ci sanno fare, sono tutti presenti. Steven Zhang è sempre qua. A Roma il presidente viene una volta all’anno… e io penso che una persona dovrebbe essere presente alla guida di una sua azienda. Sarebbe importante anche per i tifosi: ogni anno cambiano 34 giocatori importanti. Magari se ci fosse il presidente potrebbe spiegare meglio il perché di alcune scelte». Il resto dell’intervista lo trovate sulla Gazzetta dello Sport.