Evidentemente, Luciano Spalletti, se l’era immaginata diversa la gara di ieri. Una gara che ha visto i suoi ragazzi tenere botta al Barcellona, rinunciando però a tenere palla e a provare a imbastire una manovra offensiva. Tutti atteggiamenti che il tecnico di Certaldo non ha accettato, sfogandosi poi nel post partita con i giornalisti.
«Io nel ruolo di quello che fa compassione non ci sto volentieri. Noi dobbiamo avere un’altra autostima e un’altra convinzione. Non dobbiamo aspettare risultati positivi da altri campi o sorteggi positivi. Dobbiamo convincerci che possiamo giocarcela con tutti». Certo, giocare alla pari con il Barcellona, soprattutto al Camp Nou, non è la cosa più semplice del mondo. Ma un po’ di rammarico per alcune occasioni sprecate sull’1-0 c’è sicuramente.
«Meglio fare cose sbagliate che non fare niente: e noi nel primo tempo le cose non le abbiamo fatte. Abbiamo dato l’idea di non avere coraggio ed è la cosa che mi fa più male. Pensavo avessimo fatto un rodaggio sufficiente per giocarci la gara più grande, per andarci a spendere il premio che ci siamo guadagnati nella scorsa stagione». L’Inter nel primo tempo è apparsa molto rinunciataria, ammirava il palleggio dei catalani senza far sostanzialmente nulla. Atteggiamento da non riproporre nella gara di ritorno a San Siro.
Non passa a mister Spalletti che, infatti, continua a dire che voleva vedere di più dai suoi: «Abbiamo fatto meno di quanto potevamo, siamo stati sotto le nostre potenzialità e non deve succedere. La classifica resta buona, ma se abbiamo ambizioni importanti non possiamo dipendere dagli altri. Così non va bene. Per il ritorno le distanze mi sembrano colmabili, ma dobbiamo avere un altro atteggiamento. Quello fa la differenza fra una buona squadra e una squadra normale. Oltre alla qualità dei giocatori, ovvio».
Disanze colmabili? No, ma può cambiare l’approccio alla partita: serve aggressività, vigore nei contrasti, rapidità nel far girare la palla. L’Inter non è il Barcellona, ma per una notte può diventarlo.