Inter e Juve, due pesi e due misure: la vergogna del rigore regalato a Empoli
Inter e Juve, due pesi e due misure
L’Inter va a Sassuolo, soffre, ma le vengono negati due rigori abbastanza clamorosi: quello su Asamoah, tanto simile al rigore concesso invece al Sassuolo per fallo di Miranda, e quello su Mauro Icardi. Qualche settimana dopo i nerazzurri ospitano il Parma: fallo di mano sulla linea di porta da parte di Dimarco: era rigore ed espulsione. Lo stesso terzino segnerà poi il gol vittoria per i ducali.
Questi sono solo tre episodi clamorosi che hanno fatto perdere, di fatto, sei punti alla squadra allenata da mister Spalletti. Certo, i rigori vanno realizzati e le partite vanno poi vinte, ma se così fosse stato, i nerazzurri sarebbero stati a tre punti dalla Juventus capolista, con una gara da disputare, quella di stasera contro la Lazio.
Al contrario, la Juventus, sia nella passata stagione, che in questa, ha giovato di sviste arbitrali (vogliamo pensare che di questo si tratti, di sviste) abbastanza clamorose. L’ultima, quella sul rigore concesso per fallo di Bennacer su Dybala nella sfida tra Empoli e la “Vecchia Signora”: un fallo che semplicemente non c’era. E’ stato infatti l’attaccante juventino a mettere la gamba davanti al centrocampista empolese, sbilanciandolo e facendolo cadere. Quando i bianconeri vanno in difficoltà, ecco il rigorino che ristabilisce le gerarchie in campo.
Una legge non scritta
Quella del rigorino assegnato alla Juventus, o del rigore non assegnato alle sue avversarie, pare essere ormai una legge non scritta del nostro campionato. Una legge che però non vale per le sue antagoniste. L’Inter, come già raccontato, in seguito agli errori degli arbitri ha sei punti in meno in classifica. Punti che inevitabilmente l’avrebbero rilanciata nella corsa Scudetto.
Attenzione, però: gli uomini di Allegri sono una corazzata, non hanno bisogno di presunti aiutini per vincere le partite. Ma, come a tutte le squadre del mondo, capita, magari dopo un tour de force, di essere a corto di energie. Ed ecco allora che questo calo di energie viene compensato da qualcos’altro. E così non dovrebbe essere. Se questo poi non succede, come è giusto che sia, alle sue avversarie, allora è naturale che nascano dei dubbi. Dubbi sui differenti metri di giudizio utilizzati per decidere su situazioni assolutamente simili, se non uguali. Noi amiamo questo sport, non vogliamo e non possiamo credere che ci sia qualcosa di losco sotto: allora chiediamo, a nome di tutti i tifosi che amano il calcio, la parità di giudizio. La Serie A ne guadagnerebbe in competitività e in credibilità. Sono già i più forti, cerchiamo di non farli diventare imbattibili, e non per loro meriti.