(Inter News) Se il maltempo a Roma era ampiamente previsto, ci ha pensato Spalletti a prendere tutti di sorpresa . La formazione annunciata un’ora prima della gara ha fatto rimanere perplesso più di un tifoso. De Vrij in panca per la seconda volta consecutiva? E la coppia delle meraviglie che ha fatto della difesa dell’Inter la migliore del campionato che fine fa? Ma soprattutto: Joao Mario? Come Joao Mario? Nella serata in cui si va a giocare per la prima volta in trasferta sul campo di una delle dirette concorrenti per il posto in Champions ? Non è serata da esperimenti, avrà sentenziato un’ampia fetta di fedelissimi. E invece ha avuto ragione lui, ancora una volta, come (quasi) sempre.
De Vrij correva il rischio di restare impantanato in una selva di fischi e manifestazioni dei laziali che, per quanto scafato., avrebbero potuto minarne la tranquillità necessaria a mettere i freni a Immobile e c. D’altronde Miranda era reduce da una signora partita giocata al Nou Camp, con grande personalità, tempi giusti, attenzione massima. Dargli fiducia in una serata così è stato giusto ed era in qualche misura prevedibile.
Ma Joao Mario no, il portoghese nessuno lo aveva messo in conto. Schierato al centro dei tre dietro Icardi, rientrava dopo tempo immemorabile in nerazzurro. L’ultimo ricordo tangibile che si aveva di lui era il gol sbagliato incredibilmente nel derby di coppa Italia nello scorso dicembre. Poi il prestito, la sua volontà di non tornare a Milano, il rientro forzato, la preparazione ai margini del gruppo , i fischi di San Siro quando lo speaker annuncia il suo nome.
Ma Spalletti non è normale, è il “dirimpettaio della follia” come lo definì Walter Sabatini. E meno male che non è normale. Se fosse stato normale non avremmo oggi con noi forse il più bel regista del campionato ed uno dei più forti d’Europa. Marcelo Brozovic era già sugli scalini dell’aereo per la Spagna quando Spalletti andò a tirarlo giù per farlo restare a Milano. San Siro aveva contestato anche lui per il suo atteggiamento indisponente. Ma sembra un secolo fa. Ci ha pensato il mister di Certaldo con le sue doti paranormali a riscoprire un giocatore meraviglioso che aveva solo bisogno di una leggera revisione alle idee.
Ora Spalletti deve aver ritenuto terminato anche il secondo lavoro di recupero miracoloso. Joao Mario stasera non ha fatto sfracelli ma ha dimostrato di poter essere una risorsa importante. Oggi solo in campionato, domani magari anche in Champions. Molti lo consideravano quasi zavorra, Spalletti ha ritirato fuori il calciatore che è in lui.
Si è mosso, ha corso, si è proposto bene in quella terra di nessuno così importante tra le linee biancoazzurre, ha messo buoni palloni sui piedi dei compagni. Ha pure sbagliato qualche lancio non difficilissimo, ma chiedere la misura giusta ad uno che ritoccava l’erba di un campo dopo mesi di assenza sarebbe stato forse troppo.
Si è proposto con la modestia e la voglia necessaria, la gente lo ha capito e quando Spalletti lo ha richiamato in panca verso il 20mo della ripresa sono partiti i primi applausi della stagione anche per lui.
Il tecnico sta facendo miracoli, uno all’anno. Prima Brozovic, ora, se le cose continueranno così, Joao Mario. Quando avrà compiuto anche questo secondo prodigio spunteranno gli striscioni “Spalletti Santo subito”. Non ci resta che aspettare.