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L’ultima sfida di Spalletti: dimostrare che la sua Inter sa essere banale

Oggi nuova sfida per Spalletti: dimostrare che la sua Inter sa essere noiosa e banale

Non sembra essere finita la notte di Halloween per l’Inter, che proprio questo pomeriggio non si troverà di fronte da avversario solo il Genoa, ma anche i fantasmi del recente passato. Il tecnico Luciano Spalletti in questa seconda stagione della sua avventura nerazzurra ha dimostrato di aver saputo vincere molte sfide. Qualche mese fa ha riportato l’Inter nell’Europa che conta, e per ora sta dimostrando che la sua squadra può vivere la Champions da protagonista.

All’indomani dei sorteggi, che hanno consegnato ai nerazzurri un girone proibitivo i più si ritenevano difficile anche il raggiungimento del terzo posto ed il conseguente accesso all’Europa League. Dopo tre gare europee l’Inter si ritrova seconda e pronta a dare un’agguerrita battaglia al Barcellona.

“Interismo”

La prima sfida vinta dal tecnico toscano sembra proprio essere quella di essere riuscito a imprimere ai suoi giocatori una mentalità vincente. La squadra ha consapevolezza della sua forza e gli interpreti si sentono responsabilizzati. Le risposte arrivano da chiunque viene chiamato in campo, anche da chi era ai margini del progetto. Chiedere a Joao Mario e Borja Valero per conferma. Esiste finalmente un senso di appartenenza.

Quel continuo ripetere “noi siamo l’Inter” da parte di Spalletti sembra essere entrato nella testa dei giocatori in maniera indelebile. Non esistono alibi. Siamo l’Inter, e l’obiettivo è cercare la vittoria sempre. Anche contro il Barcellona. Oppure fino all’ultimo secondo di gioco (stavolta chiedere invece a Milan, Tottenham, Sampdoria, che forse ne sanno qualcosa).

Rosa profonda

Ad aiutare il conseguimento di certi risultati concorre anche il fatto di avere una rosa lunga, ma soprattutto qualitativamente valida. Spalletti ha avuto il merito di farsi ascoltare dalla società quando in estate ha chiesto una rosa che gli permettesse di ruotare gli uomini senza abbassare il livello tecnico della squadra.

Lo scopo era quello di affrontare al meglio ogni partita, senza dover sfiancare necessariamente gli uomini. E la società ha ascoltato il suo allenatore, dimostrando di credere nel suo lavoro.

Fantasmi del passato

Rimane una sfida ancora da vincere. Nelle ultime stagioni il leit motiv è stato quello che tutti i tifosi conoscono. La squadra si esalta, fa grandi risultati, ma quando arriva il momento di confermarsi arriva il passo falso, che vanifica il lavoro fatto fino a quel momento. E la gara di oggi contro il Genoa sembra arrivare proprio al momento giusto per capire di che pasta sia fatta questa Inter.

Per essere una squadra forte va bene il cuore (derby contro il Milan) e va bene l’orgoglio e il carattere di vincere scontri diretti (Lazio), ma bisogna saper essere anche banali. Vincere le gare che non ti danno emozione, ma che ti danno punti importanti. Oggi l’Inter dovrà dimostrare di saper essere anche noiosa,anche se non fa parte del suo retaggio, visto che il DNA nerazzurro ha filamenti fatti di pazzia. Perché va bene far impazzire i tifosi con un derby vinto all’ultimo secondo. Va bene sfoderare la gara migliore contro una diretta avversaria. Ma ad un certo punto serve anche battere un Genoa qualsiasi.