(Inter News) Luisito Suarez, un nome che agli interisti di una certa età evoca ricordi piacevoli almeno quanto quelli di Milito e Sneijder. Il cervello vero ed insostituibile della grande Inter di Helenio Herrera, quella che dominava in ogni parte d’Europa e del mondo, arrivato a Milano nel 1961 proprio dal Barcellona che domani sarà di scena al Meazza.
Luisito rappresenta ancora un simbolo dell’interismo più appassionato. Non è difficile trovarlo ospite in diverse trasmissioni e le sue parole non sono mai banali. Ne dà un ulteriore esempio oggi, con una lunga intervista rilasciata al quotidiano spagnolo El Pais, nel quale attacca a testa bassa la proprietà cinese dell’Inter.
Nell’intervista Suarez denuncia la perdita di identità che il club ha subito con Suning che, a suo avviso non ha alcun interesse né per il calcio né per l’Inter ma solo per il business. La gente tifa la maglia e spinge la squadra ma tutto questo non si sa come andrà a finire.
Per Suarez Suning ha una grande fortuna con Spalletti che sta guidando tutto il gruppo sulla strada giusta. Le società ormai trattano i tifosi come clienti, li attraggono per riuscire a vendere i loro prodotti. L’Inter ha vinto da sempre senza questi concetti. “Il calcio è entrato in un mondo che non ha niente a che fare con il nostro. Non sappiamo più di cosa moriremo“ .
83 anni portati splendidamente ed una vis polemica da far invidia a tanti giovanotti che affollano le TV , Suarez si è poi lanciato nell’ultima invettiva. Dopo Moratti è arrivato Thohir, che ha comprato ad un prezzo basso in un momento difficile e sta rivendendo ad un buon prezzo oggi. “Non vengono nemmeno alle partite e hanno tolto il nome di Angelo Moratti dal centro sportivo per mettergli il loro”conclude amaro Luisito.
L’amarezza di Suarez è comprensibile per un grande nerazzurro che ha vissuto l’epopea di Angelo Moratti e non si è mai staccato da quei successi, da quei tempi. Oggi il calcio non è più quello di 60 anni fa. Non è più neanche uno sport o un gioco, oggi domina il business che produce una forma di entertainment seguita da miliardi di persone.
Non c’è più il fascino della TV in bianco e nero, della voce suadente di Nicolò Carosio che raccontava le gesta di Suarez, di Mariolino Corso e di Sandro Mazzola.
Quello era il calcio di un mondo che stava trovando i primi grandi spazi tra le masse. Oggi il calcio è una guerra di interessi, di bilanci, di geopolitica. Purtroppo viene da dire. Ma tant’è, domani c’è il Barca. Animo Luis, se Maurito o chi per lui la butterà dentro non ci sarà spazio per pensare a queste cose. Solo l’Inter, ci sarà solo l’Inter.
Fonte El Pais