(Inter News) Personaggi come lui non invecchiano. Si imbiancano i capelli ed i baffi, le rughe sul volto aumentano ma non parlano degli anni che passano. Per uno come Sandro Mazzola il tempo si è fermato, anche lui rispettoso della classe, del talento e del prestigio di quell’antico ragazzo segaligno e tutto nervi.
Eppure Sandrino Mazzola oggi compie 76 anni, tutti o quasi passati sotto i colori nerazzurri. Poche parole lo descrivono, lui non è uno dell’Inter, lui è stato l’Inter. Per molti lo è ancora, per quelli che hanno ancora negli occhi e nei ricordi l’Inter di papà Angelo Moratti e di Helenio Herrera.
Dalla prima Coppa Campioni (come si chiamava allora) a Vienna in poi il mondo imparò a conoscere questo fuoriclasse assoluto, che stava in campo con l’eleganza di una farfalla, la rapidità di un felino, la furbizia di una volpe.
Mazzolino lo chiamava Nicolò Carosio, affettuosamente, forse per l’amore ancora vivo per suo padre Valentino, il più grande di quelli del grande Torino.
Sandro seppe trasformare la sventura più enorme che possa capitare ad un ragazzino di sette anni in voglia di rivalsa. Il Cielo gli strappò il papà troppo presto ma almeno ebbe il buon senso di trasferire a lui il talento calcistico.
Da lì in poi fu solo Inter. Dal campo e dai trionfi al ruolo dirigenziale in società. E dopo e fino ad oggi simbolo dell’orgoglio e dell’onestà nerazzurra, con la sua voce stridula ma lancinante nella denuncia delle porcherie di un tifo becero e di un calcio malato.
Quell’orgoglio che, da campione ormai affermato, lo portò a rinunciare ad un assegno in bianco, oltre ad appetitose e ricche attività commerciali che la Juventus gli propose per fare il grande salto in bianconero.
Il Dio denaro allora non aveva l’importanza di oggi, c’erano altri valori ben più solidi e qualificanti.
Sandro Mazzola quei valori li ha incarnati tutti in questi decenni. Erano quelli di suo padre, quelli di Angelo e Massimo Moratti. Quelli dell’Inter, da sempre.
Buon compleanno Sandro.